"Il vero merito dell’Inter è stato giocare come fosse lei la squadra più forte. Non ha mai seriamente pensato di perdere, nemmeno quando il Napoli era lontano nel punteggio e il gioco non riusciva mai ad arrivare a Icardi". E' questo quanto sostiene oggi Mario Sconcerti sulle colonne del Corriere della Sera. "La differenza di Mancini è questa, non so se sia carisma o fortuna, ma riesce a tenere sempre in partita una squadra che non vale gli avversari. Batte i più deboli (Palermo, Atalanta e Cagliari), si arrangia, strappa un punto e una buona figura contro i migliori (Fiorentina e Napoli). Non so nemmeno se sia meglio così, nel senso che risultati come quello di Napoli finiscono per nascondere problemi di gioco seri. Ma il calcio è un attimo, è piccola felicità all’ingrosso, non si deve guardare tanto per il sottile. È giusto che l’illusione resista. Dato a Mancini e alla sua Inter quello che ha saputo prendere, è difficile con questa inquadratura immaginare anche un futuro. La palla gira lentamente. Medel e Brozovic sono attenti ma non geniali. Guarin ha la porta negli occhi, è una mezzala alterna, porta istinto non equilibrio. D’Ambrosio non è all’altezza, lo sono Icardi e Shaqiri, qualche volta Palacio e Ranocchia, nemmeno più tanto Handanovic. In compenso questa squadra ha un merito, non costa niente. Sono tutti prestiti. Ma i giocatori buoni devono arrivare, l’Inter prossima costa 100 milioni se si vuole ricostruire. A questo punto la strada s’ingarbuglia come quella del Milan nel progetto. Bisogna trovare da vendere asset che devono essere ancora inventati. Il marketing mondiale è cosa magnifica ma ancora incerta e comunque lontana. Il nuovo stadio anche. Su Inter e Milan pesano un presente e un futuro mai avuto, come ragazzi invecchiati che escono di casa e finalmente devono inventarsi la vita". 

Sezione: News / Data: Lun 09 marzo 2015 alle 16:54 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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