Settimana speciale per Goran Pandev che con la qualificazione all'Europeo ha coronato un sogno grande una Nazione intera, come lui stesso ha affermato. A parlare delle imprese sportive del macedone ex Inter è l'agente Leonardo Corsi: "Sembra una storia scritta nel destino, e con Goran ci sono abituato. La sua è una carriera bella, fatta di grandi successi e momenti difficili, ma sempre con la capacità di lasciare un segno, in questo caso importantissimo nella storia di una nazione in cui è riferimento fondamentale per lo sport" ha detto a TMW Radio.

Da quanto è che lo segue?
"Ho iniziato che era il 2003, insieme a Giovanni Branchini e la sua agenzia, della quale faccio parte da quel periodo. Mi fu presentato allora, ed entrammo in sintonia. L'avevo visto giocare un anno prima con l'Ancona Primavera, mentre recuperava da un infortunio, ma anche in un Torneo di Viareggio con l'Inter, contro il Bayern Monaco: tutti erano lì per vedere Martins, e invece ecco questo mancino che ne fece tre nel primo tempo. Nacque un feeling grande". 

Quale il suo titolo cui è più affezionato?
"Più che titoli, momenti. Ricordo la doppietta al Real Madrid alla prima partecipazione in Champions all'Olimpico, e lì capii che niente sarebbe stato più come prima. Aveva fatto il definitivo salto di qualità, e se non ricordò male segnò cinque gol nonostante poi la Lazio venne eliminata ai gironi. Anche il Triplete, con la finale di Champions League, qualcosa di irripetibile: Mourinho l'aveva capito in pieno, sposando la sua attitudine e la sua umiltà. Ci ha scommesso tanto, anche se era il meno personaggio tra tutti gli attaccanti in rosa. Non è mai egoista quando gioca, è un generoso, altruista ed è più assist-man che goleador. In quella stagione in cui ha fatto anche il terzino l'ho visto segnar meno, ma è stato un gran periodo anche perché veniva dopo l'epilogo sofferto con la Lazio. A Napoli invece mi ha raccontato del calore ricevuto dopo una Coppa Italia, bellissimo. Ha vissuto in grandi piazze, forse l'unico errore della sua carriera è stato il Galatasaray nell'ultimo anno di carriera ma non si sentiva apprezzato da Benitez. Diciamo che voleva giovani corridori sulla fascia, ma non lo disprezzava comunque. Forse, per sua stessa ammissione, ha sbagliato anche lui e non ha vissuto un'annata indovinata".

Sezione: News / Data: Mar 17 novembre 2020 alle 22:27
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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