JULIO CESAR 7 – Anche in un pomeriggio apparentemente tranquillo deve rimboccarsi le maniche per mantenere inviolata la propria porta. Nel primo tempo chiude bene su Barillà, ma più che merito suo e demerito dell’amaranto. Nella ripresa si esalta prima su Barreto, pochi secondi dopo su Lanzaro (spettacolare riflesso dopo un involontario velo di Cambiasso) e, infine, su Sestu. Non si è i migliori al mondo per caso.
MAICON 6 – La sua carica agonistica è sempre la stessa, anche se contro la Reggina rimane un po’ troppo sulle sue e sbaglia qualche appoggio di troppo. Soffre il modulo, perché le sue sgroppate vengono limitate dalla presenza di una punta esterna sulla sua corsia. Qualche buon recupero e ottimi scambi con i compagni.
RIVAS 6 – Merita la sufficienza per un semplice motivo: è l’unico difensore centrale integro fisicamente. Per il resto, svolge il suo compitino con stacchi di testa e anticipi sugli attaccanti avversari. Il problema è quando si ritrova il pallone tra i piedi. O se ne libera immediatamente come se fosse avvelenato, oppure sfrutta la libertà (calcolata) concessagli dalla Reggina per sparacchiare improbabili lanci lunghi agli attaccanti. Non gli si può chiedere francamente di più…
CAMBIASSO 7 – Mourinho lo arretra ulteriormente? E lui va a segnare il gol del vantaggio, facendosi trovare pronto dentro l’area come un difensore consumato. Gran parte del merito va a Stankovic, che gli serve un cioccolatino, ma il Cuchu è bravo a battere Puggioni con il piede meno dotato. Davanti a Julio Cesar, poi, sbavature ridotte al minimo.
SANTON 7 – Non chiamiamolo più ragazzino. L’astro del ciel nerazzurro conferma di essere un veterano del pallone, urge un rapido controllo all’anagrafe di Porto Maggiore. dispiace tanto per Maxwell, ma se Santon continua a giocare su questi livelli il brasiliano può davvero mettersi il cuore in pace. Un’altra prestazione con la “p” maiuscola, segnale chiaro di un’integrazione quasi perfetta con l’alchimia della squadra.
ZANETTI 6,5 – Lunga vita al capitano. Se volessimo dargli un voto per il traguardo storico delle 635 presenze con la maglia dell’Inter (superato il monumento Facchetti), non avremmo dubbi: 10. Limitandoci però alla partita contro la Reggina, il capitano dimostra la solita combattività, forse superiore alla media abituale. Segno che tiene particolarmente a festeggiare questo risultato storico con una prova oltre i suoi standard, comunque ottimi. Lo stesso arbitro Mazzoleni gli perdona qualche calcetto di troppo, intimidito da cotanta nobiltà. Ad ogni modo, non c’è dubbio che il cuore dell’Inter pulsa agli stessi ritmi del suo.
MUNTARI 6 – Schierato in posizione centrale, solitamente occupata da Cambiasso, il ghanese eredita anche i compiti di impostazione dell’argentino. Qualche buon lancio e dribbling, ma spesso eccede nel possesso di palla e attira su di sé il malumore dei tifosi. Non riesce ancora a offrire una prestazione totalmente convincente, ma i piedi buoni non gli mancano. Forse dovrebbe pensare meno e agire più istintivamente…
STANKOVIC 6,5 - Prova di carattere e di quantità quella del serbo, che non risparmia una goccia di sudore come è sua abitudine. L’assist di tacco a Cambiasso in occasione del primo gol è da cineteca, peccato che a volte pecchi di lucidità e sbagli qualcosina piuttosto semplice. Nel complesso, però, Deki conferma anche in una posizione più arretrata che il suo contributo alla squadra è fondamentale. DAL 66’ JIMENEZ S.V. – Neanche il tempo di assaporare il ritorno in campo, che il cileno deve abbandonarlo per un infortunio. Un anno davvero da dimenticare per lui. DAL 78’ MAXWELL S.V. – Entra per necessità più che per scelta tecnica, il brasiliano non vive di certo il suo momento migliore e i discorsi di mercato non lo rendono sereno.
MANCINI 6 – Attendeva da tempo una chance per giocare dall’inizio e Mourinho gliel’ha concessa cambiando modulo e tornando al 4-3-3, complice anche l’assenza di Adriano e la carenza di uomini dietro. Il brasiliano si muove molto, cerca il fraseggio e punta l’uomo, commettendo però numerosi errori di misura. Ha il merito però di guadagnarsi il rigore del 2-0 con una giocata dei tempi migliori. Peccato davvero per l’infortunio che lo terrà lontano dal campo per un po’ di tempo. Così come per Jimenez, neanche per Mancini è la stagione ideale… DAL 65’ OBINNA 5,5 – Il nigeriano si ritrova in campo quasi per caso e fatica a rendersene conto. Come suo solito mette il turbo ogni volta che vede campo davanti a sé, ma con il pallone ancora c’è qualche incomprensione di troppo. Il suo impegno è ammirevole, ma i limiti tecnici sono fin troppo evidenti.
BALOTELLI 6,5 – Prestazione finalmente convincente sotto tutti i punti di vista per SuperMario, che pur non trovando la via del gol dà più di un saggio del suo talento. Di fronte non ha dei mostri sacri difensivi, ma è bravo a capirne i limiti e a tentare costantemente l’uno contro uno. La caterva di falli che gli avversari commettono ai suoi danni lo testimonia, ogni volta che parte palla al piede sembra in grado di inventare qualcosa. È sulla strada giusta, speriamo, un augurio sincero che non si smarrisca ancora.
IBRAHIMOVIC 7 – Come al solito tende a giochicchiare, soccombendo a un narcisismo sena eguali. Ma quando decide di fare sul serio, non ce n’è per nessuno. Apre segnando di giustezza il rigore del 2-0, spreca qualche minuto dopo il più facile degli appoggi in rete, coglie un palo interno dopo uno splendido spunto di Santon e, dulcis in fundo, nella ripresa disegna con il piede sinistro un pallonetto leggiadro che meriterebbe di essere applaudito ancora in questo momento. Per il resto, molto lavoro per la squadra e qualche pausa, che al capocannoniere della Serie A si può anche concedere. Gli avremmo dato mezzo voto in più se a fine partita non avesse alimentato i dubbi sulla sua permanenza all’Inter l’anno prossimo. Evidentemente il mal di pancia non è ancora passato…
ALL. MOURINHO 6,5 – Fa di necessità virtù. Gli mancano i difensori? Lui chiama Cambiasso e gli affida Rivas. Adriano si fa male il giorno prima della partita? E lui schiera il tridente. L’avversario non è di primo piano, ammettiamolo, ma il portoghese interpreta bene la partita, per nulla facile anche alla luce della vittoria della Juventus all’Olimpico. Era dalla trasferta di Torino (vittoria 3-1 contro i granata) che il 4-3-3 non convinceva in questo modo. Difficilmente, però, Mou si farà tentare ulteriormente a riproporlo, se non per necessità
REGGINA: Puggioni 6,5; Lanzaro 5,5; Valdez 5; Santos 5,5; Adejo 5,5 (dal 78’ Krajicik); Barreto 6; Carmona 6; Barillà 5,5 (dal 76’ Sestu s.v.); Costa 5,5; Cozza 6 (dall’84’ Ceravolo s.v.); Brienza 6. All. Orlandi 5,5
Arbitro Mazzoleni 6,5
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