La domanda è lecita: perché Antonio Cassano è passato in poche settimane da giocatore simbolo della Nazionale italiana a ripudiato? Dopo aver giocato (bene) un Europeo in condizioni fisiche tutt'altro che ottimali, arrivando all'appuntamento con 6 mesi di inattività sul groppone, di punto in bianco il Ct azzurro non ha più convocato il talento pugliese. La Gazzetta dello Sport si interroga in merito attraverso le parole del collega Andrea Elefante: "Le motivazioni di Prandelli, da intuire e un po’ lasciate intuire da lui stesso, sono sostanzialmente due. La prima: perplessità nel legare ancora il suo progetto ad un giocatore che non ha mai fatto della continuità il suo forte e che tende per natura a diventare ingombrante, nel senso di «prendere o lasciare». In campo, dove sa essere croce e delizia, e anche fuori dal campo, se bisogna dar credito ai sussurri secondo i quali sarebbe stata parte del gruppo azzurro ad aver manifestato dubbi al proposito, dopo l’Europeo. La seconda: adattabilità di Cassano a giocare nel 4-3-3 che può diventare l’evoluzione dell’attuale sistema di gioco. Perché il nerazzurro può fare l’esterno offensivo, ma non ha le caratteristiche di velocità e aggressività che il c.t. chiederebbe a chi dovesse giocare ai fianchi della punta centrale". 

Eppure, il fattore età - aggiungiamo noi - dovrebbe contare poco, visto che ci si sta affidando a esordienti 28enni (il caso di Peluso) o a confermati non più giovanissimi (Pirlo 33, Maggio 30 anni, Cassani 29, Diamanti 29, Pazzini 28). Nonché chiamate per chi non è titolare nemmeno nel proprio club (Giaccherini, Insigne, Destro) e, in generale, per gente di poco peso specifico e qualitativo. Ma questa è una vecchia storia.

Sezione: News / Data: Mer 03 ottobre 2012 alle 09:23 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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