Intervistato da 90min.com, Nicola Burdisso ha ripercorso le tappe della sua carriera di calciatore, concentrandosi ovviamente anche sulla sua parentesi all'Inter: "A Milano ho ricoperto praticamente tutti i ruoli del reparto arretrato, arrivavo dal Boca e mi sono ritrovato in una realtà piena di campioni - dice l'argentino -. Ogni settimana, c'era una concorrenza importantissima per una maglia da titolare ed ho subito capito di essere arrivato in una delle squadre più importanti del mondo. Non eravamo molto amici, ma c'era una voglia di vincere incredibile. L'attaccante più forte che ho affrontato? Shevchenko. Si muoveva continuamente. Prima attaccava la profondità e un secondo dopo andava incontro per giocare con i compagni". 

I duelli tosti erano anche, se non soprattutto, in casa, quando doveva marcare i suoi compagni di squadra sui campi di Appiano Gentile: "Quelli che mi hanno sorpreso di più sono stati Ibra e Adriano. Zlatan era un professionista esemplare e con una mentalità vincente fuori dal comune. Abbiamo giocato insieme 3 anni e vista l'attenzione che prestava alla cura del corpo non avevo dubbi che potesse giocare ad alti livelli fino a 40 anni. Adriano invece lo conoscevo sin dai tempi delle nazionali giovanili in cui ci eravamo affrontati tante volte e tra tutti i campioni con cui ho giocato è quello che mi ha sorpreso di più. Aveva delle potenzialità incredibili e fuori dal comune. Peccato che alcuni episodi della vita privata ne abbiano condizionato la carriera in negativo. Per me avrebbe potuto tranquillamente raggiungere i livelli di Ronaldo".

Dopo l'Inter arriva il passaggio alla Roma che Burdisso ricorda così: "Sono arrivato che avevo 28 anni perché avevo il desiderio di affermarmi come difensore centrale. La Roma mi cercò non solo per le mie caratteristiche difensive, ma anche per la mia personalità. Sono stati 5 anni magici. Il primo anno giocavamo benissimo e siamo stati gli unici a dar filo da torcere all'Inter del Triplete. Peccato per la gara contro la Sampdoria, ancora oggi non riesco a darmi una spiegazione. Sarebbe stato un successo storico e per me avrebbe avuto un sapore ancora più dolce, visto che ero arrivato in estate proprio dall'Inter". 

L'intervista, infine, si sposta alla stretta attualità, con Burdisso che certifica il ritorno della Serie A nell'élite dei campionati europei: "Credo che il periodo più buio sia ormai alle spalle. Tra il 2013 e il 2017, il campionato italiano ha perso appeal e i club erano in crisi. Avete in un certo senso pagato la vittoria del Mondiale nel 2006 che ha in qualche modo frenato il processo di rinnovamento avvenuto in altri paesi. Oggi la situazione è completamente diversa, negli ultimi anni abbiamo assistito agli arrivi eccellenti di Ronaldo e Lukaku, i club sono tornati a spendere e oggi per contenuti la Serie A è al livello della Premier League. Le partite sono divertenti sotto tutti i punti di vista. La mentalità è cambiata e tutte le squadre cercano di proporre qualcosa attraverso la propria identità e non è un caso se la Serie A vanta la media gol più alta d'Europa. Il campionato a cui stiamo assistendo è l'emblema di tutto ciò, con quasi tutte le squadre che lotteranno per i propri obiettivi fino alla fine della stagione".

Sezione: News / Data: Mer 03 febbraio 2021 alle 19:42
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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