L'assessora allo Sport del Comune di Milano, Chiara Bisconti, parla alla Gazzetta dello Sport delle novità circa lo stadio Meazza. novità che interessano ovviamente anche l'Inter. "La nostra linea non cambia: accompagneremo volentieri i nostri club a trovarsi una propria casa. Aspettiamo che il progetto Portello arrivi in Comune per metterci la testa, ma i club devono sapere che hanno alle spalle un’amministrazione che li considera come un patrimonio e una grande occasione di sviluppo per la città", spiega la Bisconti dopo gli attriti con il Milan. 

Ad agosto ha incontrato il Milan per parlare del Portello e/o l’Inter sul futuro del Meazza? 
"Al di là dell’interlocuzione quotidiana sui lavori in corso per la finale di Champions League del prossimo anno, in questo periodo no. Niente sul progetto unico, ma…". 

C’è dell’altro? 
"A settembre chiamerò Milan e Inter per aprire un tavolo in Comune: voglio capire sugli stadi a che punto siamo. Ho molto chiaro che il Meazza in esclusiva all’Inter e il Milan con il suo stadio servono a loro e all’amministrazione. La nostra posizione è favorire questa volontà, affrontando tutte le difficoltà del percorso. Milano tornerà al voto in primavera, e adesso è il momento di alzare lo sguardo e settare le linee strategiche per un futuro che abbia senso. I due stadi in città sono un’opzione sulla quale vale la pena lavorare".

Due stadi come un punto cardinale anche se il Portello a settembre saltasse? 
"La collocazione è un tema urbanistico e forse marginale. Io devo pensare al volano economico e d’immagine per la città grazie a una Casa Milan e a una Casa Inter: se davvero ci sono difficoltà, lancio l'appello di studiare insieme un’altra location. La linea politica è questa, poi la collocazione urbanistica va trovata a valle". 

In ballo c’è il futuro del Meazza: è preoccupata? 
"È chiaro che, in questo percorso, solo uno dei due club rimarrà a San Siro. Ma se Inter e Milan vi resteranno insieme, non si spenderanno nel fare grandi investimenti: soltanto la gestione singola di uno dei due costruirà un vero futuro per il Meazza. La co-gestione va avanti da anni, con ottimi risultati, ma non ti fa fare lo scatto, il salto di qualità. Se resteranno insieme sarà come volare più bassi rispetto alla possibilità di volare ancora più alti". 

E se Inter e Milan andassero via entrambe dal Meazza: fanta-stadio? 
"Non è una paura reale, sono processi in cui l’amministrazione è pesantemente coinvolta. Insieme non andranno via, perché i club sanno che solo restando dentro la città possono ampliare il loro valore".

L’Inter le ha presentato il suo progetto per un Meazza 2.0? 
"Sì, lo ha fatto ed è molto bello: impegna il club per decine di milioni d’investimenti su un periodo molto lungo. Se invece i due club restassero insieme, questi investimenti non ci sarebbero più. Anche per questo ho il dovere di aiutare i club a completare il loro modello di business con il doppio stadio: strada da portare avanti". 

In che cosa una città come Milano si gioverebbe dall’avere due stadi? 
"Due club ai vertici internazionali rendono Milano unica al mondo. Proviamo a vedere Inter e Milan come due asset fondamentali di ricchezza, cultura e immagine per la città. Hanno un patrimonio intangibile incommensurabile: si può trasportare nel calcio quanto fatto nella moda. Dalle grandi firme sono nati lavoro, prestigio e di recente le Fondazioni, come per Prada, che portano turismo e cultura. Se oggi il Meazza ha il suo museo, domani nello stadio del Milan ce ne sarà uno rossonero e lo stesso per l’Inter. Una rivoluzione culturale. Il doppio stadio è un’occasione storica: non posso non vedere questo vantaggio". 

Sezione: News / Data: Sab 22 agosto 2015 alle 10:14 / Fonte: Gazzetta dello Sport - Milano
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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