L'Inter, al 99%, contro il Livorno non avrà a disposizione Alvaro Pereira. Il motivo? Convocazione in Nazionale per il ritiro propedeutico alla preparazione dello spareggio mondiale dell'Uruguay con la Giordania. L'esterno nerazzurro, assieme a tutti i suoi colleghi, quindi, salterà l'impegno del suo club. Mi viene in mente il Psg senza Cavani, il Liverpool senza Suarez, il Southampton senza Ramirez, l'Atletico Madrid senza Godin. Tutto normale? Non credo: è evidente che qualcosa non va. E non va da tempo, ma tutti ne parlano e nessuno pone rimedio.

Assistiamo da anni a situazioni assurde. Una delle più clamorose mi riporta con la mente al dicembre del 1997. Inter in piena lotta scudetto e il Brasile che porta via da Milano il Fenomeno Ronaldo per una Confederations Cup in Arabia Saudita lontana parente di quella dei giorni nostri. All'epoca, il torneo era ancora sperimentale, poco più che una tournée buona per sponsor, incastrata in un calendario internazionale senza tener conto delle esigenze dei club. Il Brasile trionfò, ma l'Inter, dopo aver asfaltato la Roma 3-0, subì senza il suo numero 10 la prima sconfitta in campionato (1-0 di Bierhoff al 91' a Udine).

E veniamo all'attualità. Ormai è chiaro a tutti come ci sia scarsa comunicazione tra l'Inter e l'Argentina, e le parole di Alejandro Sabella non sono state altro che il pretesto per chiarire alcuni concetti di parte nerazzurra. Perché va bene essere diplomatici, va bene utilizzare un certo garbo, ma poi la misura – prima o poi – diventa colma per tutti. Andando oltre le dichiarazioni del Ct argentino, quello che salta agli occhi è l'atteggiamento prevaricante della Federcalcio rispetto al club milanese, che ha provato in più di un'occasione a mettersi in contatto con la controparte sudamericana. Senza avere risposta. Convocare per due amichevoli un giocatore che da 40 giorni non gioca una gara ufficiale con la propria società sa tanto di beffa. Se non di presa in giro. Sono date Fifa 'bloccate'? Certo, ma restano due amichevoli. Che arrivano dopo l'ultimo impegno in Uruguay, in cui Campagnaro fu impiegato per 90 minuti nonostante fosse reduce da una fascite plantare alquanto fastidiosa. Senza dimenticare i 170 minuti su 180 di Palacio (tra Perù e Uruguay), un altro che non ha certamente una storia allegra in relazione a guai muscolari. Perché per Messi, Higuain e Mascherano la Federazione argentina si comportò diversamente?

Preso atto di tutto ciò, la dirigenza nerazzurra ha alzato la voce, mettendo spalle al muro sia l'Afa che Campagnaro. Perché ormai è chiaro come pure l'atteggiamento del ragazzo non sia piaciuto per nulla a Mazzarri e a tutta l'Inter. 33 anni, possibilità di giocare un Mondiale vicino casa, la fiducia del Ct ancora da conquistare: tutti buoni motivi. Ma poi il pane te lo porti a casa con lo stipendio che ti paga il club. Detto questo, resta evidente come l'ex Napoli sia quello con meno colpe, e possiamo comprendere la sua voglia di giocare con l'Albiceleste la sua prima e ultima Coppa del Mondo della carriera. E' mancata clamorosamente la diplomazia tra club e Nazionale: il comunicato dell'Inter lo spiega senza tanti giri di parole.

Un intricato rebus, la cui soluzione è resa ancor più ardua da chi organizza a monte gli eventi delle Nazionali. Personalmente, amo le partite delle rappresentative nazionali, dalle amichevoli ai tornei ufficiali. Ma con un calendario sempre più fitto di impegni e con l'aumentare consequenziale degli infortuni (direttamente proporzionale all'aumentare delle partite da giocare), è evidente come debba essere rivisto al più presto tutto il programma. Perché così il giocattolo rischia di rompersi, assieme ai muscoli e alle articolazioni dei protagonisti. Chi ci guadagna? Ne vale davvero la pena? 

Sezione: La Rubrica / Data: Gio 07 novembre 2013 alle 00:30
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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