Martin Satriano è da più parti considerata la sorpresa dell'estate nerazzurra. Non per Tabaré Alonso, il tecnico che allenò il giovane attaccante di Montevideo nei suoi primi passi a 13 anni con la maglia del Nacional e che oggi non è affatto stupito dai gol in amichevole con l'Inter: "Martin è uno di quei giocatori toccati dalla bacchetta magica. Di attaccanti come lui ce ne sono pochi, sa fare tutto ed è spinto da una motivazione ferrea. Il futuro è suo", garantisce Alonso ai microfoni di Gazzetta.it. "Da quando è in Italia è cresciuto in modo esponenziale, ma in Uruguay non avevamo dubbi. Ricordo un ragazzo semplice, serio e generoso cresciuto a pane, calcio e famiglia. Nessun grillo per la testa e un chiodo fisso: sfondare in prima squadra. Da lui non abbiamo avuto mai un problema. Al contrario, ricordo anche un ragazzo con la spiccata capacità di fare gruppo e trascinare i compagni".
E sulle caratteristiche tecniche: "È un bomber atipico che sa fare di tutto, polivalente. Non è il classico numero 9 da area di rigore, uno alla Suarez per intenderci, perché so che all’inizio tanti lo paragonavano a lui. Invece no, ha caratteristiche molto diverse. Martin è più un numero 10, perché ama avere la palla tra i piedi, partecipare alla manovra, arretrare per dialogare con i centrocampisti e spaziare su tutto il fronte offensivo. Ma allo stesso tempo ha anche un fiuto infallibile per il gol. Dominante nel gioco aereo e, allo stesso tempo, dotato di una tecnica fuori dal comune per un ragazzo della sua altezza".
Scatta ovviamente la similitudine con Lautaro Martinez: "Assolutamente sì. È un giocatore partecipativo, capace di strappi improvvisi e accelerazioni fulminanti. A me ricorda molto Cavani per l'attitudine al sacrifico e lo stile di gioco, ma ovviamente parliamo di due giocatori fisicamente diversi. Cavani è pura potenza, Satriano è sicuramente più tecnico. Ma davanti alla porta hanno lo stesso istinto killer. Il suo miglior pregio? Ne ha tanti, perché è anche un ragazzo d'oro. Ma, restando in ambito calcistico, mi sento di dire che è uno di quei giocatori che si esaltano nelle grandi occasioni. Quando il gioco si fa duro e la posta in palio è alta, lui risponde sempre presente. Ricordo che, quando aveva 15 o 16 anni, segnò in cinque clasicos consecutivi contro il Penarol, non è da tutti".
Cosa è cambiato nell'ultimo anno e mezzo a Milano? Alonso continua a monitorarne la crescita: "Certo che lo seguo. È cresciuto tantissimo, ma non poteva essere altrimenti accanto ai tanti campioni che ci sono all’Inter. Mi sembra più maturo tatticamente e ovviamente è migliorato anche dal punto fisico. Il piede, invece, è sempre quello, delicato e preciso. Se può trovare spazio nell'attacco dell'Inter? Il futuro è suo, le potenzialità per diventare un attaccante da top club le ha tutte. Il resto dipenderà dall'ambizione e dalla fiducia nei propri mezzi, ma sotto questo punto di vista non ho dubbi. Ha una forza di volontà e una determinazione di ferro. Può raggiungere qualsiasi obiettivo si prefigga".
Infine un consiglio sulla prossima mossa: restare all'Inter o andare in prestito per farsi le ossa? "È una domanda a cui solo Inzaghi può rispondere, perché lo vede tutti i giorni. A mio parere, se avesse l'opportunità di giocare anche qualche spezzone di partita di tanto in tanto, gli converrebbe restare. Allenarsi con campioni del calibro di Lukaku e Lautaro Martinez non può che aiutarlo, così come misurarsi in allenamento con difensori di livello mondiale come quelli che ha l'Inter. Ma è giovane, si sta formando e la priorità è giocare. Se all'Inter non ci fosse spazio, meglio andare in prestito in qualche club in grado di dargli fiducia sin da subito".
E sulle caratteristiche tecniche: "È un bomber atipico che sa fare di tutto, polivalente. Non è il classico numero 9 da area di rigore, uno alla Suarez per intenderci, perché so che all’inizio tanti lo paragonavano a lui. Invece no, ha caratteristiche molto diverse. Martin è più un numero 10, perché ama avere la palla tra i piedi, partecipare alla manovra, arretrare per dialogare con i centrocampisti e spaziare su tutto il fronte offensivo. Ma allo stesso tempo ha anche un fiuto infallibile per il gol. Dominante nel gioco aereo e, allo stesso tempo, dotato di una tecnica fuori dal comune per un ragazzo della sua altezza".
Scatta ovviamente la similitudine con Lautaro Martinez: "Assolutamente sì. È un giocatore partecipativo, capace di strappi improvvisi e accelerazioni fulminanti. A me ricorda molto Cavani per l'attitudine al sacrifico e lo stile di gioco, ma ovviamente parliamo di due giocatori fisicamente diversi. Cavani è pura potenza, Satriano è sicuramente più tecnico. Ma davanti alla porta hanno lo stesso istinto killer. Il suo miglior pregio? Ne ha tanti, perché è anche un ragazzo d'oro. Ma, restando in ambito calcistico, mi sento di dire che è uno di quei giocatori che si esaltano nelle grandi occasioni. Quando il gioco si fa duro e la posta in palio è alta, lui risponde sempre presente. Ricordo che, quando aveva 15 o 16 anni, segnò in cinque clasicos consecutivi contro il Penarol, non è da tutti".
Cosa è cambiato nell'ultimo anno e mezzo a Milano? Alonso continua a monitorarne la crescita: "Certo che lo seguo. È cresciuto tantissimo, ma non poteva essere altrimenti accanto ai tanti campioni che ci sono all’Inter. Mi sembra più maturo tatticamente e ovviamente è migliorato anche dal punto fisico. Il piede, invece, è sempre quello, delicato e preciso. Se può trovare spazio nell'attacco dell'Inter? Il futuro è suo, le potenzialità per diventare un attaccante da top club le ha tutte. Il resto dipenderà dall'ambizione e dalla fiducia nei propri mezzi, ma sotto questo punto di vista non ho dubbi. Ha una forza di volontà e una determinazione di ferro. Può raggiungere qualsiasi obiettivo si prefigga".
Infine un consiglio sulla prossima mossa: restare all'Inter o andare in prestito per farsi le ossa? "È una domanda a cui solo Inzaghi può rispondere, perché lo vede tutti i giorni. A mio parere, se avesse l'opportunità di giocare anche qualche spezzone di partita di tanto in tanto, gli converrebbe restare. Allenarsi con campioni del calibro di Lukaku e Lautaro Martinez non può che aiutarlo, così come misurarsi in allenamento con difensori di livello mondiale come quelli che ha l'Inter. Ma è giovane, si sta formando e la priorità è giocare. Se all'Inter non ci fosse spazio, meglio andare in prestito in qualche club in grado di dargli fiducia sin da subito".
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