Stanotte si completerà il quadro degli impegni dei nazionali interisti con in campo i sudamericani. Occhi quindi su Argentina-Perù, Cile-Venezuela e Brasile-Uruguay per seguire Lautaro, Sanchez, Vidal, Vecino e forse Correa, che sembra stare discretamente dopo il sovraccarico muscolare dell'altro giorno. In particolare, Inzaghi cercherà di capire lo stato di salute dei tre attaccanti, visto che il match con la Lazio incombe e che alla Pinetina si stanno allenando i soli Dzeko (anch'egli reduce dalle fatiche internazionali) e Satriano.

Il problema è che il tecnico nerazzurro riavrà i suoi sudamericani tra la notte di domani e la mattina di sabato, direttamente in albergo a Roma: certamente non il miglior viatico per preparare una sfida tanto delicata come quella contro Sarri e i suoi ex colori. Giocatori appesantiti sia dall'aver giocato poche ore prima sia dal lunghissimo viaggio transoceanico. E allora? L'opzione più logica, resettando tutto e scansando grossi rischi (dopo la Lazio ci sarà la Champions e poi la Juve...), è una: puntare su chi in queste ore è stato ad Appiano Gentile. E se pensare a Satriano dal 1' appare forse esagerato, non altrettanto lo è valutare un 3-5-1-1 con Calhanoglu alle spalle di Dzeko. D'altronde, quando in estate l'Inter ha preso rapidamente il turco per sopperire all'improvviso forfait di Eriksen, tutti hanno pensato alla possibilità di Inzaghi di riproporre con lui lo stesso percorso avuto a Roma con Luis Alberto. E allora giova ricordare che lo spagnolo, dopo un anno in naftalina, esplose con i biancocelesti proprio come sottopunta di Immobile nel 3-5-1-1, prima di progredire ulteriormente e diventare una delle mezzali migliori d'Europa. Lo spostamento qualche metro più avanti, con maggior libertà di svariare sulla trequarti e avendo meno compiti difensivi, magari potrà aiutare l'ex Milan a ritrovare fiducia e giocate in un momento di fisiologico adattamento alla nuova realtà.

Chiaramente, l'avanzamento di Calhanoglu garantirebbe a metà campo una maglia a Gagliardini, viste le condizioni ancora non ottimali di Sansi (appena rientrato in gruppo) e l'arrivo ritardato di Vecino e Vidal. Da non scartare l'altra carta, ossia il ritorno alle origini di Perisic. Il croato sa fare quel ruolo, e con Dzeko l'intesa balcanica viene naturale. Peraltro, a Firenze, quando ha giocato lì nell'ultima fetta di gara, è andato anche in rete. Ma è chiaro che resta una soluzione più d'emergenza, già tentata a volte da Conte e non sempre con risultati apprezzabili. Valuterà Inzaghi, tenendo presente che l'allenatore nerazzurro ancora non dispera sul fatto di poter programmare una staffetta tra i tre sudamericani.

Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 14 ottobre 2021 alle 19:30
Autore: Alessandro Cavasinni
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