L'occasione di un'immersione nostalgica è stata la presentazione dell'autobiografia dal titolo 'Una vita, un'impresa. Grazie all'Inter ho trovato il senso vero della fede'. Il libro in questione è di Ernesto Pellegrini e, all'iniziativa, erano presenti anche Bergomi, Ferri, Collovati, Mandorlini, Baresi, Serena, Manicone, Bianchi e Brehme. "Rivedere tanti campioni qui mi ha fatto salire un po’ la nostalgia - ha spiegato l'ex presidente nerazzurro -. Sono molto impegnato con la mia azienda, non è facile mantenerla italiana. Non è facile trovare spazio per qualche hobby o per qualche amore come è stata l’Inter. Mi sento di escludere un mio rientro in società, anche se il mio cuore batterà sempre bandiera nerazzurra. La scelta di Moratti di vendere a una proprietà straniera? Ben venga. Suning ha investito, ha comprato giocatori importanti, è un bel segno. Il derby? È stato un po’ sofferto ma ho avuto fiducia fino all’ultimo. Avevo predetto che avrebbe pareggiato l’Inter. Pioli? Siamo fiduciosi che possa riportarla in alto, ha fatto bene con la Lazio".

Tornando all'Inter che fu, Pellegrini sottolinea: "Vincevamo e davamo giocatori alle nazionali italiana e tedesca. Era un orgoglio, oltre ai successi sul campo. E poi esiste ancora adesso qualche rimpianto come una Coppa Uefa non vinta e uno Scudetto mancato".

Sezione: Focus / Data: Mar 22 novembre 2016 alle 08:45 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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