"Da piccolo ho iniziato difensore. Mio papà giocava a calcio anche lui e ricordo che quando eravamo piccoli provavo a togliergli la palla quando eravamo in casa. Poi nel tempo le cose sono cambiate...". Inizia così il racconto di Lautaro Martinez sul Matchday Programme di Inter-Barcellona. "Il mio primo gol ufficiale l'ho fatto contro l'Huracan. E' stato un momento fantastico, indescrivibile. Ho pensato alla palla in rete e poi alla mia famiglia, ai sacrifici che tutti hanno fatto. Sono andato via di casa a 16 anni e benché sia stato aiutato da tutti all'interno del club, dalle persone che mi volevano bene, dai miei compagni, non è stato facile".

Il "Toro" parla anche dei suoi modelli, di cosa gli ha dato il calcio ("Guardo con attenzione e ammirazione a Radamel Falcao. Ci credi che non mi vedrei fuori dallo sport se non avessi fatto l'attaccante? Forse avrei giocato a basket come mio fratello") e del rapporto con Mauro Icardi ("Amiamo entrambi la stessa musica: cumbia e reggaeton, la ascoltiamo durante il tragitto per andare allo stadio prima della partita per caricarci"). 

Quindi, l'arrivo a San Siro. "Indescrivibile, unico, fantastico. Senti un rispetto, una partecipazione che non si trova da nessun'altra parte. Quando senti i tifosi cantare l'inno c'è una carica pazzesca. Vuoi onorare in ogni secondo la camiseta che indossi". Ultimo spazio per il tempo libero ("La mia serie preferita è El marginal, arrivata alla seconda stagione") e il suo posto nel cuore ("Bahia Blanca", la città natia).

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Sezione: Focus / Data: Mar 06 novembre 2018 alle 11:23
Autore: Mattia Todisco
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