Intervistato da Globoesporte.com, Hernanes racconta quello che è stato il suo mese di gennaio, cioè il momento in cui, all'ultimo giorno di mercato, ha dovuto fare le valigie e trasferirisi da Roma a Milano. 

Accoglienza a Milano - "Non pensavo che i tifosi nerazzurri mi accogliessero in questo modo perché andavo in una squadra che della Lazio era rivale. Credevo che avrebbero atteso un po' di più e che sarebebro stati più apprensivi ed esigenti, ma mi hanno accolto come se fossi sempre stato qui. E' stato bellissimo, mi sono sentito accolto benissimo".

Trattativa - Il Profeta ripercorre le ore frenitiche della trattativa e tutti i problemi che questi hanno causato, ivi incluse le minacce a Lotito: "La tifoseria della Lazio già aveva problemi con Lotito, e io sono finito in mezzo. Pensavano che fosse il presidente a volermi vendere e che io non volessi andare via, ma non era così. Piansi perché ero colmo di gioia perché stavo andando all'Inter, ma mi sono emozionato anche perché stavo molto bene a Roma. Volevo andare via per ambizione professionale. Ho scelto l'Inter ma in quel momento sapevo che stavo rinunciando a tutto quello che avevo costruito a Roma".

Numero - "Non lo considero l'88 ma due volte 8. L'otto è sempre stato il mio numero preferito, quello che ho usato più spesso. Ma qui era occupato, non era disponibile e per questo ho scelto l'88: due volte 8, due volte più forte", ribadisce Hernanes in merito.

Rapporto con la Lazio - Si ritorna sul rapporto del Profeta brasiliano con i suoi ex tifosi della Lazio: "Ho lasciato la Lazio in maniera onorevole, credo di essermene andato in maniera elegante, come speravo accadesse. Alcune persone hanno interpretato male il senso delle mie lacrime, ma ho tentato di spiegare tutto tramite Facebook. Non ho mai voluto creare confusione né polemica. Paura di tornare? No, nessuna paura. Ho dato tutto per la maglia della Lazio. Ho aperto il mio cuore e ho un affetto enorme per la tifoseria della Lazio".

Rapporto con i brasiliani - Essendo l'intervista concessa al quotidiano più importante del Brasile, non potevano mancare domande in merito al rapporto fra i vari giocatori carioca che militano nelle squadre italiane e quelle milanesi in particolare: "Credo che ci possa essere tranquillamente un'amicizia, anche perché ci conoscevamo già da prima. Conosco Robinho, Kaka, vivono qui da molto tempo e possono anche farmi conoscere alcuni posti di MIlano. Ma ancora non ho parlato con loro. Ho parlato solo con Julio Cesar, che mi ha augurato buona fortuna qui all'Inter. Mio figlio? Mi sono già informato e iscriverò anche Ezequiel alla scuola calcio ma sarà la scuola calcio dell'Inter. Anche lui vuole giocare nell'Inter. Chissà magari un giorno vedremo tutti e tre nel Brasile".

Capitolo Seleçao - Questo è l'anno del Mondiale in Brasile e per tutti i verdeoro è un'occasione più unica che rara quella di poter giocare per la propria Nazionale davanti alla propria Nazione. Anche Hernanes vuole realizzare questo sogno: "Ho molta fiducia nel lavoro che sto facendo. So che Felipao (Scolari, ndr) è un ct che analizza tutto. E' un grande osservatore, sono sicuro che ha osservato il mio lavoro. Ora devo fare bene nell'Inter continunando a fare quello che stavo facendo nella Lazio e mettendo in mostra il mio miglior calcio. Non sono preoccupato. Voglio andare al Mondiale, ho lavorato molto per questo, ma non dipende solo da me, ma sono tranquillo e fiducioso. Concorrenza? Nella Seleçao c'è sempre grande concorrenza, ci sono sempre stati grandi giocatori; ma io mi sento in un buon momento della mia carriera e ho fiducia nel mio potenziale. So che c'è concorrenza ma confido in me. Per essere titolare mi serve solo tempo. Ho sempre fatto le cose lentamente, un passo alla volta. Sono arrivato tardi al calcio che conta, ma ci sono arrivato. In ritardo ma ce l'ho fatta".

Sezione: Focus / Data: Sab 22 febbraio 2014 alle 12:10 / Fonte: Globoesporte.com
Autore: Gianluca Scudieri / Twitter: @JeNjiScu
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