Fortunatamente l'Inter ha battuto il Genoa, conquistando tre punti importanti per continuare a respirare. L'obiettivo ora è vincere con Sassuolo e Lazio prima della sosta natalizia per pensare poi ad un 2017 competitivo. Bene. Ma intanto, che tristezza. Tristezza nell'appurare che la nostra Inter continua ad essere in prima pagina per problemi, misteri, affanni, mentre il bello del grande calcio accarezza altri club. L'Italia calcistica, anche quella non necessariamente legata alle due squadre, attende con trepidazione e curiosità Juventus-Roma di sabato. Partita scudetto, campioni in campo, rivalità sempre accese, ma funzionali a obiettivi importanti. Il sorteggio di Champions League fa emozionare e sognare i tifosi del Napoli regalando la sfida al Real Madrid. Immagino chi, un minuto dopo il sorteggio, si è tuffato sul computer per cercare di prenotare al minor prezzo possibile un volo per essere presente nel mitico Santiago Bernabeu. Uno stadio che i tifosi dell'Inter conoscono bene, la Champions alzata solo sei anni fa, ma sembra passato un secolo.

Insomma l'Inter non protagonista dei grandi eventi, a parte le sfide dettate dal calendario a Milan e Juventus, non ci piace nemmeno un po'. La speranza che si torni a respirare presto nobiltà nerazzurra si chiama Suning. Steven Zhang, figlio del Gran Capo Jindong Zhang, annuncia deciso: “Il nostro obiettivo è far diventare l'Inter il club più importante al mondo. È solo questione di tempo”. Musica per le orecchie dei tifosi nerazzurri, la potenza economica dell'azionista di maggioranza del club è fuori discussione, dalla prossima stagione sarà meno assillante il Financial Fair Play, sognare è lecito. Ma è fondamentale che i soldi siano accompagnati da programmazione, idee e competenza da parte di chi, in società, è chiamato o sarà chiamato a mettere in pratica le buone intenzioni.

La triste classifica attuale e la prematura eliminazione dall'Europa League non depongono a favore delle scelte effettuate in estate. Un grande giocatore come Ever Banega, perché io continuo a considerarlo tale, non si è però dimostrato funzionale ad una squadra come l'Inter e sembra già sacrificabile nellla sessione invernale di mercato. Un altro grande giocatore come Joao Mario, campione d'Europa con il Portogallo, va a intermittenza, dando il meglio di se quando viene utilizzato nel suo ruolo di mezz'ala avanzata, invece di tentare una regia che non gli appartiene. Ma intanto un vero metronomo in campo, in quest'Inter non c'è. Così come pare destinato a salutarci Gabriel Barbosa, detto Gabigol, campione olimpico con il suo Brasile, pagato quasi 30 milioni, presentato in pompa magna come il nuovo Ronaldo, (quello vero), ma finora non pervenuto in campo, protagonista solo nel mettere le palle colorate sull'albero di Natale allestito nella club house della Pinetina. Un mistero nemmeno troppo buffo che vorremmo fosse chiarito al più presto.

Non dimentichiamo poi i tre allenatori cambiati in tre mesi, l'abbaglio del pur bravo Frank de Boer, mandato allo sbaraglio alla vigilia di un campionato per lui totalmente sconosciuto. Poi, dopo l'esonero dell'olandese, il discusso casting, giusto nella sostanza, ma abbastanza pittoresco nella forma per un club importante come l'Inter. Meno male che almeno in questo caso la scelta finale sia stata presa con razocinio e lungimiranza. Stefano Pioli è un signor allenatore, lo sta dimostrando nonostante le difficoltà oggettive. Con lui in panchina sono arrivate tre vittorie, anche se una inutile con lo Sparta Praga, un pareggio e due sconfitte, purtroppo sanguinose con Hapoel Be'er Sheva e Napoli. Ora Pioli non fa poesia, fa prosa e in questo momento serve questo all'Inter. Sta cercando di proporre una squadra che lotti con determinazione su ogni palla, che difenda con attenzione e che cerchi la via del gol nella maniera più idonea, studiando nel dettaglio le caratteristiche degli uomini a disposizione e quelle dei giocatori avversari.

L'Inter ha un grande pubblico che continua a riempire il Meazza, una Curva che ora contesta, ma che ha sempre sostenuto la squadra a prescindere dal risultato se in campo si è visto impegno e attaccamento alla maglia. Basta poco per riaccendere la scintilla, ma bisogna riaccenderla al più presto perché non è ammissibile che a dicembre la classifica veda la Beneamata così attardata in classifica, per lo più a -8 dai dirimpettai cittadini, partiti con ambizioni nettamente più umili delle nostre. Domenica all'ora di pranzo Icardi e compagni reciteranno in quel di Reggio Emilia contro un Sassuolo in grande difficoltà e decimato dagli infortuni, ma che nelle ultime due stagioni ci ha meritatamente battuto. Non vincere questa volta sarebbe grave, non chiedo il 7-0 di mazzarriana memoria, ma urgono i tre punti. Perché tre giorni dopo, al Meazza arriverà la Lazio, una delle migliori espressioni finora di questo campionato. La scorsa stagione la sconfitta con i biancocelesti di Pioli segnò l'inizio del crollo di un'Inter che era prima in classifica.

Ricordare e non sbagliare più, augurandoci che le obbligatorie cene natalizie a cui si sottopone la squadra non disturbino più di tanto. Il momento è decisivo. Ci sono ancora spazio e tempo per tornare a credere in qualcosa. Guai a tradire l'entusiasmo e l'impegno di papà Suning.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 14 dicembre 2016 alle 00:00
Autore: Maurizio Pizzoferrato
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