Metteranno anche le canzoni del grande Fabrizio De Andrè prima della partita. Marassi, lo stadio più inglese d'Italia, con un tifo che rappresenta storia, sofferenza e amore per la propria squadra, in questo caso il Genoa, sodalizio più antico di quelli ancora in attività, prepara l'accoglienza delle grandi occasioni all'Inter. Il fascino della notturna farà il resto, questa sera sarà vera battaglia sportiva tra due squadre che vivono un momento di forma differente. Il Genoa targato Ballardini si è tirato fuori dalle secche del pericolo vincendo soprattutto in trasferta, dato questo storicamente non proprio nelle caratteristiche del Grifone, formazione casalinga per eccellenza. In casa Inter è tornato il sorriso dopo la vittoria interna con il Bologna, la Beneamata è riuscita a conquistare i preziosi tre punti dopo più di due mesi di digiuno, ora è terza, ma la malattia non è stata debellata.
Abbiamo ancora negli occhi quel finale di gara, al Meazza, con il Bologna che ha rischiato di pareggiare in nove uomini, mettendo a nudo le paure e le insicurezze che stanno condizionando oltre modo la banda Spalletti. Le buone notizie, anche in prospettiva futura, riguardano i nuovi innesti. La copertina la merita Yann Karamoh. Il diciannovenne ivoriano naturalizzato francese, ha fatto esplodere San Siro con un gol da mal di testa che ha deciso la gara. E proprio contro il Genoa, all'andata, fu decisivo il suo ingresso in campo per il gol vittoria di D'Ambrosio a tre minuti dalla fine di una partita che sembrava destinata allo 0-0. Karamoh è un fattore, come si dice in gergo. Perché determina. Per quanto visto finora, lo scatto in velocità e il dribbling del ragazzo sono sempre finalizzati a creare un'azione importante per il bene della squadra e non per un inutile godimento personale. Anche gli assist, vedi quello per Brozovic a inizio gara che ha maturato il gol di Eder, sono sfornati con i tempi giusti. Non troppo lunghi, non troppo corti, come invece spesso abbiamo visto nelle gare giocate male e non vinte o addirittura perse, da Natale in poi.
Spalletti, giustamente, elogia Karamoh, ma tende a proteggerlo dai facili entusiasmi che rischiano di bruciarti in poco tempo. Il tecnico ne mette in evidenza anche i difetti, come la scarsa partecipazione in fase di non possesso e la mancanza di freddezza quando, arrivando da solo davanti al portiere, ancora non riesce a realizzare i gol più facili. È successo con il Bologna, dopo la prodezza che aveva sancito il 2-1, è successo in più di un'occasione in Coppa Italia con il Pordenone. Giustificabilissimi peccati di gioventù per un ragazzo che, dopo il flop Gabigol, sta riaccendendo nei tifosi dell'Inter il gusto per il giocatore fuori dallo schema. Quello che, se manterrà le promesse, potrà diventare il nuovo idolo di uno stadio che ha sempre esaltato gli interpreti di grande tecnica.
E visto che parliamo di tecnica, l'altra buona notizia la regala Rafael Alcantara do Nascimento, meglio noto come Rafinha. Nei minuti disputati contro il Crotone, ma soprattutto contro il Bologna, il talento brasiliano con passaporto spagnolo, proveniente dal Bercellona, ha fatto vedere cosa significhi saper giocare a calcio. Rafinha si muove nella metà campo avversaria con eleganza ed efficacia, non dà punti di riferimento all'avversario, non perde mai il pallone che sembra schiavo del suo piede. È all'Inter da pochissimo, ma regala già indicazioni ai compagni su come ci si debba posizionare durante la marcia di avvicinamento all'area avversaria. Non è un mistero che Rafinha non sia un giocatore “spallettiano”. Il mister predilige il cosiddetto assaltatore capace di infilarsi nello spazio con forza e tecnica. Nainggolan o il Perrotta della sua prima Roma, tanto per intenderci. Ma siccome Spalletti non è dogmatico, ha già capito come Rafinha possa essere decisivo per questo finale di stagione, specialmente in quelle partite in casa dove nello stretto e con pochi spazi a disposizione, serva l'uomo capace comunque di saltare l'avversario in modo da scardinare anche i bunker più agguerriti. Ma se Rafinha sta bene, è in grado di fare la differenza anche in campo aperto. L'incognita degli infortuni al ginocchio che ne hanno bloccato l'esplosione definitiva due anni fa, rimane. Il giocatore deve ancora dosare gli sforzi in allenamento e quindi non ha i novanta minuti nelle gambe. Ma questa sera servirà già dal primo minuto.
Mancheranno Icardi, terza assenza consecutiva per il bomber nerazzurro, i cui muscoli sono preziosi ed è giusto non correre il minimo rischio di ricaduta, e Ivan Perisic, vittima della distorsione alla spalla sinistra accusata contro il Bologna. A proposito, il croato è stato giustamente criticato per prestazioni inguardabili dopo il grande inizio di stagione. Ma l'impegno e l'attaccamento mostrato nel secondo tempo di domenica scorsa con un braccio praticamente bloccato, avrebbero meritato qualche parola di elogio da parte della critica e di quella parte di tifosi che esaltano o bocciano senza una via di mezzo. Contro il Genoa, mancando per infortunio anche Miranda, si preannuncia il ballottaggio Ranocchia-Lisandro Lopez in difesa a fianco di Skriniar. Il neo arrivato argentino, pur con qualche incertezza tipica dell'esordio, ha però mostrato la tempra giusta per la battaglia che si preannuncia a Marassi, se dovesse essere chiamato in causa. Lisandro Lopez ha la faccia da Inter.
Karamoh, Rafinha, Lisandro Lopez: c'è aria fresca all'Inter nel momento più delicato. In attesa di un nuovo gol, stasera, del nostro Eder, ex sampdoriano.
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