Ancora una vittoria, e sono dieci consecutive. Il Partizan Belgrado è battuto, l'Inter accede ai sedicesimi di Europa League grazie a un secco 3-1 firmato Palacio e Guarin. Analizziamo la sfida... da Zero a Dieci.
ZERO a quelli che il ranking. Facile fare la morale all'Inter, in estate, ai preliminari di Europa League. Poi, magicamente, la squadra di Stramaccioni ingrana e si qualifica con due giornate d'anticipo, onorando sempre nel modo migliore la competizione. Questione di preparazione, crescita di squadra, meccanismi da rodare. E tanti saluti ai criticoni, perché l'Inter va spedita. E vince, ancora.
UNO è l'assist di Antonio Cassano. Prima ride in panchina, poi entra in una partita già morta e sepolta. Gigioneggia? No, accende la luce. E con un tocco fatato fa conoscere al popolo di Belgrado il sapore dei suoi proverbiali cioccolatini. Guarin scarta, ingurgita e realizza il 3-0. Il meraviglioso Antonio, da titolare o da subentrante, è la fotografia del momento dell'Inter: gira a prescindere.
DUE di stima a Yolanthe Von Cabau in Sneijder. La moglie di Wesley, prima della partita col Partizan, si regala uno sfogo in comode rate sul palcoscenico di Twitter perché la società ha scelto di privare suo marito del social network. Che a comunicarlo sia lei, però, non è bello. Peraltro definendo il tutto "strano", senza porsi qualche domanda prima. Insomma, così non va. I panni sporchi si lavano in casa, cara Yolanthe, non su Twitter. Meglio farne a meno...
TRE sono le gemme di Fredy Guarin. Il San Siro rumoreggiante al suo cospetto è un lontano ricordo, Fredy è tornato. Lo avevamo visto con la Sampdoria, poi a Torino. A Belgrado, il Guaro sale in cattedra e s'inventa una serata da protagonista: due assist a Palacio straordinari, il primo di caparbietà e il secondo di qualità e visione di gioco; poi, un gol su assist di Cassano che gli vale la copertina insieme al Trenza. Scusate se è poco. Ma non finisce qui...
QUATTRO generoso al balletto proprio di Guarin, dopo il gol. Fredy se la ride dopo l'urlo liberatorio e si mette a ballare con presunta sensualità sull'erba verde di Belgrado. Pochi secondi, per fortuna, poi tra le risate dei compagni passa a riscuotere alla cassa abbracci e pacche sulle spalle. Spettacolare in campo, meno nell'esultanza: double Guarin, ma va benissimo così!
CINQUE inevitabile (e siamo generosi) a chi ha mandato frecciate da Torino, in questi giorni. "L'Inter deve imparare a vincere", firmato Angelo Alessio. "La Juventus ha uno stile, l'Inter ha dimostrato ben altro", firmato Leonardo Bonucci. Come ha risposto Stramaccioni? "La Juventus è dietro, pensiamo al Partizan". Qui si riassume tutto: c'é a chi brucia ancora, e chi invece sa talmente vincere che tocca quota dieci consecutive e di Torino conserva solo la cartolina, senza tirarla fuori sistematicamente. L'sms silenzioso di Strama e dell'Inter, diretto alla Juve...
SEI a Lazar Markovic. Non straordinario, ma sicuramente il migliore dei suoi. Il classe '94 che aveva incantato San Siro prova a trascinare il Partizan, a volte va più veloce anche del pallone. Ancora enormi margini di miglioramento, ma questo ragazzo mostra qualità assolute ed è l'unico in grado di creare pericoli, come nell'occasione del gol serbo. Come lui, in giro, veramente pochi. Se Zanetti e Moratti ne hanno parlato così bene, non è un caso.
SETTE alla gestione degli uomini da parte di Stramaccioni. Cambia ancora pelle alla sua Inter, costretto da infortuni a catena. S'inventa un 4-5-1 cambiato in corsa, ma sempre solido e ben messo. Risposte positive da Silvestre e Jonathan, Livaja si sbatte come un matto, Alvaro Pereira è in crescita costante. Tante buone notizie, un 7 meritato.
OTTO sono i gol in stagione di Rodrigo Palacio. E anche il voto in pagella. Ve lo dicevamo da settimane: con lui si rischia di diventare ripetitivi. Suona la sua sinfonia con una regolarità impressionante, segna come se fosse la cosa più normale del mondo, entra e spezza la partita con una doppietta. La media è di un gol ogni 103 minuti, siamo alla quinta rete consecutiva. Chi lo ferma più? Ottavo gol, da Torino al Catania, fino a Belgrado. Rodrigo è una macchina, un violinista del gol. Forse, come lo chiamerebbe Marotta con spensieratezza... un top player.
NOVE a Samir Handanovic e al suo killer instinct. Indossa ancora i guantoni da supereroe e compare negli incubi di Ivanov: due zuccate praticamente dentro con qualsiasi portiere umano, non con Handanovic. Parate straordinarie, una in particolare da tramandare ai posteri per reattività e prelibatezza del gesto tecnico. Chiunque si esalterebbe, Samir cosa risponde alle domande? "Tutto normale, sono qui per parare". Più freddo di un killer, più forte di tutti. Top killer... mondiale.
DIECI è il numero di questa Inter. Che tocca quota dieci vittorie consecutive e dieci vittorie su dieci in trasferta, mai nessuno come Stramaccioni che entra nella storia. Il dipinto di una situazione sempre migliore, di una squadra che merita gli applausi di tutti e adesso ha già la testa a Begramo. Da Belgrado va via con tre punti, la qualificazione in tasca e una certezza: è un'Inter da dieci. E deve continuare ad esserlo.
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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