"Nel calcio può succedere di tutto". Lo aveva detto venerdì scorso in merito alle voci che lo rivorrebbero sulla panchina dell'Inter, traballante in quest'avvio per i risultati non proprio eccelsi raccolti da Mazzarri. Oggi Roberto Mancini ripercorre la sua carriera da giocatore e allenatore, una lunga storia che si incrocia inevitabilmente con l'inizio di uno stupendo ciclo di vittorie dei nerazzurri: "Nell’estate 2004 - ricorda il Mancio sul suo sito - il Presidente Massimo Moratti mi affida la guida dell'Inter, a secco di trofei dal 1998. Rimango a Milano fino al 2009: per me sono anni importanti in cui conquisto complessivamente 3 scudetti, 2 Coppa Italia e una Supercoppa Italiana. In particolare il secondo tricolore, quello del 2006/07, lo vincemmo toccando anche il record europeo di ben 17 successi consecutivi".

Trionfi accompagnati da sudore e fatica, prima del brusco divorzio nell'estate del 2008: "L’arrivo all’Inter non fu facile: era tutto da costruire e la pressione mediatica era forte. A Milano vivo l’emozione del primo scudetto da allenatore e arriva la consapevolezza di poter fare bene il lavoro di tecnico di una squadra di campioni. Conservo dentro l’orgoglio di aver riportato l’Inter dopo 20 anni alla vittoria, proprio laddove erano passati i grandi allenatori senza vincere. Negli ultimi mesi a Milano iniziai a sentire la voglia di nuove esperienze e di misurarmi anche con altri campionati diversi dalla Serie A italiana".

Dopo l'Italia le esperienze in Inghilterra e Turchia, sulla panchina di Manchester City e Galatasaray. Nuovi successi segnati non solo dal campo, perché "ogni esperienza, ogni nazione, ogni città e i suoi tifosi, ogni club e i propri dirigenti sono un accrescimento personale e professionale. Sono sempre stato onorato di essere in un club da calciatore prima e da allenatore poi".

Sezione: Copertina / Data: Lun 10 novembre 2014 alle 11:58
Autore: Daniele Alfieri / Twitter: @DaniAlfieri
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