E’ il Frosinone di Roberto Stellone l’avversario dell’Inter per la tredicesima giornata di serie A. Dopo la vittoria di Torino e la pausa per le nazionali, Roberto Mancini vuole un nuovo successo che regalerebbe ai nerazzurri il primato solitario in classifica, in virtù del pareggio della Fiorentina contro l’Empoli nel pomeriggio. Debutto da titolare per Jonathan Biabiany, che si schiera nel tridente dietro Mauro Icardi, completato da Stevan Jovetic e Adem Ljajic. Davanti a Samir Handanovic, l’Inter si schiera per la prima volta in stagione con il 4-2-3-1 con Yuto Nagatomo terzino destro, Joao Miranda e Jeison Murillo centrali, Alex Telles a sinistra; Felipe Melo e Geoffrey Kondogbia compongono la linea mediana; Jonathan Biabiany, Stevan Jovetic e Adem Ljajic alle spalle di Mauro Icardi. Nessuna sorpresa nel Frosinone rispetto all’undici annunciato in conferenza stampa da Roberto Stellone.

IL (NON) GIOCO DELL’INTER E L’AGGRESSIVITA’ DEL FROSINONE -  Parte male l’Inter che si riversa nella metà campo del Frosinone lasciando il fianco alle ripartenze dei giallazzurri che con Castillo prima e Soddimo poi vanno vicini alla rete. Con il passare dei minuti l’aggressività dell’undici di Roberto Stellone diminuisce e a beneficiarne è il ritmo compassato di Felipe Melo e Kondogbia, che iniziano a macinare gioco e a dare ordine alla manovra. Il Frosinone, incoraggiato dal buon avvio di gara, si allunga e si affaccia in più di un’occasione dalle parti di Handanovic, ma non impensierisce quasi mai il portiere sloveno.

IL RITORNO DI BIABIANY - Intorno alla mezz’ora l’Inter trova il vantaggio in ripartenza. Kondogbia dà il via al contropiede nerazzurro, lanciando Ljajic sulla sinistra. Buona la triangolazione tutta slava con Jovetic, l’ex Roma va al tiro respinto di pugno da Leali sui piedi di Biabiany che, di controbalzo, insacca alle spalle del colpevole portiere ciociaro. Dopo il vantaggio il Frosinone si spegne e ne beneficia il gioco della Beneamata, che sfiora il raddoppio pochi minuti più tardi con Felipe Melo, bravo a raccogliere una respinta della retroguardia giallazzurra al limite dell’area, ma il suo tiro sfiora soltanto la traversa.

JOVETIC-LJAJIC-ICARDI, PROVE DI INTESA - Sterile la manovra dei nerazzurri nell’arco dei primi quarantacinque minuti di gara che si affidano più alle giocate dei singoli che non al collettivo. Jovetic, sulla stessa linea di Icardi in un 4-4-2 puro, esce spesso tra le linee di difesa e centrocampo del Frosinone per aprire varchi utili agli inserimenti di Ljajic e ai movimenti in profondità di Icardi. Buone le triangolazioni a partire dall’out sinistro tra i due slavi, con anche Icardi che sembra partecipare più del solito alla manovra. Sembra finalmente buona l’intesa tra l’argentino e il montenegrino, con Diakite e Blanchard in difficoltà in più di una circostanza.

NEL SECONDO TEMPO UN’ALTRA INTER - Nella seconda frazione di gara l’Inter scende in campo con un altro piglio. Kondogbia e Felipe Melo velocizzano il giro-palla e si accende Adem Ljajic. All’ottavo minuto proprio il serbo, partendo da sinistra, duetta molto bene con Icardi e, giunto sul fondo, mette il pallone in mezzo proprio per l’argentino che da due passi non sbaglia. Posizionata malissimo la retroguardia giallazzurra, con Diakite preso in mezzo e Blanchard troppo distante dal compagno.

ENTRA RANOCCHIA, MURILLO A DESTRA - A mezz’ora dalla fine, col risultato ormai in ghiaccio, Mancini dà riposo a Nagatomo, tornato in settimana dalle fatiche con la nazionale giapponese, sostituito da Andrea Ranocchia. In prima ipotesi si pensa a una linea difensiva a tre, con Biabiany e Telles sulle fasce. Nulla di più sbagliato: Murillo infatti si dispone sulla corsia occupata in precedenza dal terzino ex Cesena per un’Inter che rimane con il 4-4-2.

L’INTER DIVERTE E SI DIVERTE - Con il passare dei minuti, a eccezione di un tiro di Castillo sull’altezza del dischetto del rigore ribattuto da Murillo, il Frosinone esce dal campo, lasciando sempre più spazi e concedendo grandi occasioni ai nerazzurri. Jovetic, Ljajic, Icardi e Biabiany giocano sul velluto e sfiorano in più di un’occasione la rete del 3-0 che però non arriva per centimetri o errori nel controllo dell’ultimo passaggio.

MURILLO SI SBLOCCA, BROZOVIC CHIUDE I CONTI - I cambi fanno da padrone l’ultimo quarto d’ora di gara. Stellone prova a dare una scossa ai suoi inserendo Longo per Ciofani e Gucher per Gori. Mancini risponde concedendo la standing ovation a Biabiany, che lascia il posto a Ivan Perisic. Un minuto più tardi dell’ingresso del croato l’Inter trova il terzo gol grazie a Murillo. Il colombiano, che sembrava sul punto di dover uscire per un problemino muscolare, parte in progressione sulla corsia di destra e dopo aver scambiato con Jovetic penetra a centro area e batte Leali di giustezza. La quarta rete la realizza Brozovic, appena entrato al posto di Mauro Icardi, con conseguente passaggio al 4-3-3. E’ sempre Ljajic, tra i migliori in campo, a tagliare in due la difesa del Frosinone premiando l’inserimento del croato che trafigge Leali con un ottimo diagonale a mezza altezza.

LJAJIC ASSIST-MAN, L’INTER VEDE LA LUCE - Partita ottima quella dell’attaccante serbo finalmente continuo per tutta la durata dell’incontro. Partito largo a sinistra, l’ex Roma si accentra alla ricerca della zolla libera da avversari dove poter esprimere tutto il proprio valore. Rosi prova come può a contrastarlo, con Gori pronto ad andare in raddoppio nel momento in cui il numero 22 si accentrava alle spalle di Icardi e Jovetic, ma i due giallazzurri non possono nulla contro la verve del talento serbo.

IL NUOVO MODULO REGALA EMOZIONI… E OCCASIONI - L’avversario non era proprio incontenibile (il Frosinone ha ottenuto un solo punto in trasferta in questo campionato), ma il nuovo modulo adottato da Roberto Mancini per la gara di questa sera ha premiato ancora. Per la prima volta in stagione i nerazzurri vincono realizzando più di due reti e con più di un gol di scarto, ma la differenza rispetto alle scorse gare è il numero di occasioni create: ben 10 i tiri in porta, 8 quelli fuori, a sottolineare il dominio assoluto della squadra allenata dal tecnico marchigiano. Un cambio di rotta dettato probabilmente proprio dal modulo scelto da Mancini, più offensivo rispetto al 3-5-2 di Torino e al 4-3-3 proposto contro la Roma. Biabiany e Ljajic vengono quasi completamente esonerati da compiti difensivi, Kondogbia e Felipe Melo accompagnano meno l’azione componendo una cerniera sicura ed efficace davanti alla difesa. Icardi e Jovetic sembrano finalmente aver trovato la giusta intesa. Tra otto giorni, al ‘San Paolo’ di Napoli, la sfida verità, che dirà molto sulle ambizioni che potrà avere l’Inter in questo campionato.

Sezione: Angolo tattico / Data: Lun 23 novembre 2015 alle 00:30
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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