L'Inter stravince sulla Juventus per ragione di testa più che per motivazioni tattiche. Lo assicura la Gazzetta dello Sport, che comunque sottolinea anche i meriti nerazzurri a livello di schemi di gioco. "I Mancini Boys spingono sull’acceleratore, attaccano a destra e a sinistra, costringono la Juve a cambiare modulo (quando entra Barzagli i bianconeri passano alla difesa con tre centrali) e sfondano con regolarità sulle fasce laterali. La Juve non riesce a garantire una perfetta copertura su tutta l’ampiezza del campo: le mezzali (Sturaro a destra e Asamoah) non si allargano e i terzini non accorciano. Così i laterali dell’Inter si divertono nelle praterie. Sono 30 i cross confezionati dagli uomini di Mancini e soltanto 3 quelli dei bianconeri. Da questo dato si capisce l’inconsistenza della squadra di Allegri che non riesce quasi mai a impensierire la retroguardia nerazzurra. Biabiany e Perisic, nella ripresa e nei supplementari, fanno quello che vogliono: 6 cross il primo, 7 il secondo (che effettua anche 5 dribbling). E a testimoniare il netto predominio dell’Inter ci sono anche i 13 lanci effettuati da Medel, che non è Platini... Il fatto è che nessuno lo contrasta, nessuno lo pressa e lui, con tutta calma, ha la possibilità di costruire e di imbeccare gli attaccanti. Altro numero da analizzare: 6 occasioni create da Eder. Sistemato il posizione di centravanti, anche se le sue caratteristiche non sono quelle della prima punta, si muove con intelligenza su tutto il fronte offensivo, apre corridoi per gli inserimenti dei compagni, si allarga sull’esterno e propone invitanti passaggi. I reparti sono compatti e aggressivi: questo è il segreto alla base di un successo che, alla vigilia, era davvero insperato". 

Sezione: Rassegna / Data: Gio 03 marzo 2016 alle 11:02 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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