“Confermo, ho preso il Coronavirus e lo hanno anche alcuni componenti della mia famiglia”. Nella lunga intervista sulle pagine de La Repubblica, Massimo Cellino conferma la sua positività al Covid-19 e la presa di posizione sulla ripartenza del campionato: "Assurdo si discuta ancora se giocare o no: noi siamo uomini fortunati, io ho una villa a Cagliari, in campagna, una a Miami. Ma ci sono 9 milioni di italiani che vivono sotto la soglia di povertà. Se non pensiamo agli altri, e non ci pensa lo Stato, i 600 euro diventano solo metadone. Non c’è la minima sensibilità, il Paese dovrebbe essere molto più vicino alla gente. Mi imbarazza l’insensibilità di questo governo. Sto pensando seriamente di prendere il passaporto inglese” dice il presidente del Brescia. 

“In questo periodo ho vissuto a Brescia, nelle altre regioni quasi non si sa di cosa si parla. A Roma hanno messo 1200 respiratori in 15 giorni per evitare che fosse un carnaio. A Brescia sono passati da 200 a 600, ma sono morte delle persone perché non avevano il respiratore - continua Cellino -. L’hanno pagato caro i lombardi questo virus. Non c’è il minimo rispetto nel chiedermi di ricominciare il campionato fuori dalla Lombardia. A Brescia la gente mi difende, mi dice che vuole onorare i propri morti, si offende se riporto la squadra in campo. Io devo rispettare queste persone. Non ho paura di retrocedere, in B magari vado lo stesso ma tornerò in A, ho giocatori giovani e i conti a posto. Non accetto di non portare rispetto alla città di Brescia però. E se si gioca non lo decidono i club. Ma qui abbiamo Lotito che fa il medico, il virologo, lo scienziato nucleare, lo psicologo, l’astronauta. Come fa il presidente di una federazione a non sottoporsi all’autorità del presidente del Coni o del ministro dello Sport? Se hanno spostato l’Europeo e i Giochi olimpici di un anno, cosa pensiamo che siamo, degli imbecilli? Se Lotito chiede di giocare difende i suoi interessi, fa bene. Chi deve difendere gli interessi del sistema è il presidente della federazione. Con tutte le pressioni che sta subendo lo capisco, ma se è in difficoltà si faccia sostenere dal Coni e difenda il sistema calcio. Noi qui vogliamo finire il campionato in 15 giorni. E ho scoperto perché: in Lega ci sono circa 180 milioni di euro destinati alla classifica finale della Serie A e che vanno alle prime 10 in classifica. E questi premi sono stati già fatturati dalle società. Ora, se non si finisce il campionato e Sky non paga, cosa succede a chi ha già speso quei soldi?" si chiede il numero uno delle Rondinelle. 

Sulla questione allenamenti, Cellino aggiunge: “Chi ha convocato le squadre per il 4 maggio? Glielo dico io: nessuno. Non ci sono lettere, non hanno richiamato i giocatori. Vanno fatti i test e devono risultare tutti negativi, prima di ripartire. Se nella fase 2 non riaprono le chiese, come fa a ricominciare la Serie A? Anche a porte chiuse in uno stadio entrano novecento, mille persone: oltre a tutti i tesserati ci sono addetti alle luci, cameramen, idraulici, addetti all’antidoping, arbitri, delegati, ispettori Figc e della Lega, medici, steward. Se le mie suppliche sono malintese non me ne sbatte nulla. Se vedo rischi la squadra, non la faccio giocare. Chiedo ai presidenti di Figc e Coni di prendersi le responsabilità, l’anno prossimo rischiamo di avere 10 società fallite in Serie A. I giocatori sono spaventati. Ho lasciato a disposizione il centro sportivo per allenamenti individuali, ho sei campi meravigliosi. Sono venuti solo 4-5, gli altri per paura mai, e li capisco. E due, Joronen e Bjarnason, si sono stirati dopo 3 minuti di corsetta. Magari è una casualità, ma come facciamo a giocare così? Se non ho certezze, non ci penso assolutamente a metterli a rischio” conclude Cellino. 

Sezione: Rassegna / Data: Dom 19 aprile 2020 alle 12:29
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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