Intervistato da Tuttosport, Roberto Boninsegna parla di nazionale, ma anche di Inter. Ecco alcuni passaggi.

Zaniolo è uno dei grandi talenti da cui ci si aspetta tutti moltissimo. 
"Ah, mi vien da piangere quando vedo Zaniolo! Se penso che l'Inter lo ha venduto per 4 milioni e ora ne vale più di 50 divento matto: non si può sacrificare uno così per avere Nainggolan, con tutto il rispetto possibile per Nainggolan. D'accordo, Spalletti voleva il belga a tutti i costi, ma la società avrebbe dovuto impedire questa perdita: c'erano Ausilio, Zanetti, non solo l'allenatore, Zaniolo era lì da vedere: la migliore espressione del settore giovanile nerazzurro". 

Lei continua a essere un frequentatore di stadi: del campionato in generale che le sembra? 
"Allo stadio vado appena posso, soprattutto a vedere l'Inter e la Juve quando giocano vicino a Mantova: sono le due squadre della mia vita, la prima per il tifo e la seconda perché ci sono stato bene e ho vinto tanto. Mi pare che un miglioramento ci sia anche se, poi, quando andiamo all'estero facciamo fatica. La stessa Atalanta, che ora è la terza forza del campionato e gioca un bel calcio con grande ritmo, in Champions League ha sofferto. Però credo siano stati solo episodi figli anche della mancanza di esperienza, ma sono convinto che l'Atalanta si potrà rifare anche in Cahmpions. Quanto al campionato resta un discorso tra Juventus e Internazionale". 

Più Juve che Inter: i bianconeri sembrano ancora davanti... 
"È vero, anche domenica sera ero a San Siro e ho visto una bella partita tra due ottime squadre. Però sì: Conte è bravo, sta facendo un ottimo lavoro ma è difficile riuscire a colmare un gap di oltre 20 punti. E poi sa cosa fa ancora la differenza?". 

La panchina lunga? 
"Esatto. Ne parlavo con Sacchi, a Parma, mentre guardavamo la gara della Juventus: se tu alleni una squadra formata dalla sola panchina della Juve rischi di arrivare secondo in campionato". 

Domani guarderà la partita della Nazionale? 
"Certo, la guardo sempre". 

Anche se giocherà con la maglia verde? 
"Un sacrilegio. Guardi: lo so bene che gli sponsor fanno il bello e il cattivo tempo, ma speravo che non sarebbero mai arrivati alla maglia della Nazionale. Mi fa rabbia questa cosa, mi fa rabbia pensare che anche la maglia della Nazionale possa avere un prezzo. L'azzurro è un simbolo, e fascino e francamente non si sentiva il bisogno di tutto questo: c'era quella bianca, con i calzoni azzurri e bastava quella, l'ho indossata anche io tante di quelle volte… E che non mi dicano che sono retrogrado: l'azzurro fa parte di noi. Spero che sia solo una scelta episodica". 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 11 ottobre 2019 alle 10:10 / Fonte: Tuttosport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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