Anche l'avvocato Mattia Grassani, interpellato dal Corriere dello Sport, ha provato a fare chiarezza sull'eventuale taglio agli stipendi dei calciatori.

Avvocato Grassani, sul piano legale cosa può succedere con la sospensione e il rinvio? 
"In materia sportiva non esiste una norma. Ma in senso giuslavoristico sì: il codice civile disciplina il caso dell’impossibilità sopravvenuta della prestazione". 

E quindi? 
"Quindi tanto le società, quanto i tesserati non sono più tenuti a rispettare l’obbligazione". 

Dunque il club può smettere di pagare il calciatore per tutto il tempo in cui non può allenarsi? 
"Teoricamente sì. E posso assicurarle che diversi presidenti hanno già attivato i loro uffici legali per trovare una strada che eviti il collasso generale. Non si tratta di voler risparmiare o speculare ma di salvaguardare il rischio d’impresa". 

Saranno contenti i calciatori... Che però potrebbero recuperare denaro se si giocasse oltre il 30 giugno. 
"Sì. Naturalmente, qualora il ritardo fosse inferiore al periodo di sosta forzata, verrebbero pagati solo per la fase di extension del calcio. Si gioca fino al 15 luglio? I tesserati prendono mezzo stipendio. O in alternativa: vengono pagati adesso regolarmente e poi giocano senza stipendio le partite di luglio". 

Torniamo alla deadline del 30 giugno. I giocatori svincolati, oppure in prestito, che fanno? 
"Continuano a giocare per il club che li ha tesserati nella stagione 19/20. Con gli emolumenti stabiliti. Non cambia nulla. Vale anche per gli allenatori e per i direttori sportivi. Ma serve un accordo tra la Federcalcio, le tre leghe e le quattro associazioni di lavoratori: Aic, Aiac, Adise, che è quella dei direttori sportivi, e Aipac, che riunisce i preparatori atletici. Deve essere firmata una vera e propria intesa sindacale, senza la quale niente può avvenire". 

Sezione: Rassegna / Data: Ven 20 marzo 2020 alle 11:15 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print