Nell'edizione odierna di Sport Week è proposta un'interessante intervista al Presidente dell'Inter, Massimo Moratti, sullo Special One, Josè Mourinho.


Si ricorda la prima volta che ha sentito nominare Mourinho?

"In realtà l'ho visto in televisione, durante un'intervista dopo la semifinale d'andata di Champions con il Porto. Aveva pareggiato in casa e gli chiesero come pensava di affrontare il ritorno. Lui rispose secco: 'Io penso alla finale, mica alla prossima'. Io subito ho pensato: questo qui è il più grande. Infatti il Porto vinse quella Champions. Quindi desideravo contattarlo ma era molto difficile, poi andò al Chelsea. Era il 2004, io presi Mancini e sono stato contentissimo. Ma Mourinho non me lo sono mai levato dalla testa.

Quando l'ha incontrato la prima volta?


"A Parigi la settimana dopo le dimissioni di Mancini, fatte nel post partita di Inter-Liverpool. La prima volta non lo seppe nessuno, la seconda sì. Venne a casa mia e fu molto gentile e disponibile, sapeva già tutto dell'Inter. Aveva preparato in 5 giorni un dossier sulla squadra".

Ha paura che abbia già preparato il dossier sul Real?

"Non credo abbia avuto tempo di farlo in questi giorni".

Chi le ha consigliato Josè Mourinho due anni fa?

"No, lo volevo io. Ne parlai solo con Branca. Lui mi contattò la mattina dopo le dimissioni di Mancini".

Poi a Parigi vi scoprirono, la Gazzetta aveva come titolo: "Beccati!"

"Sì, un fotografo ci trovò davanti al ristorante La Tour d'argent".

Cosa mangiaste?


"C'era un piatto di salmone ottimo, ma Mourinho fece un'espressione di disgusto! Il veleno contro Mou è il salmone".

Lo sente spesso?

"No, non amiamo invadere la vita privata. Limitiamo le telefonate alla necessità. Ci telefoniamo quando succede qualcosa di importante".

Lo ha mai invitato a cena?


"Sì, all'inizio della sua esperienza interista".

Qual'è la caratteristica principale di Mourinho?


"La vivacità, sicuramente. Possiamo anche fare paragoni con gli altri allenatori, lui è più bravo di altri".

Qual'è la cosa più stile-Inter fatta da Mou?

"La provocazione, ma non è mancanza di stile. Rientra nello stile della società. Mou è un pò bauscia".

Ma le provocazioni non sono pericolose nel calcio italiano?


"No, lui non ha mai fatto provocazioni offensive nei confonti dell'ambiente calcio. Fa notare i problemi. E' una sua caratteristica, come quando affronta una squadra e guarda le cose che non funzionano in quella squadra per poterne approfittare. Può essere forte nei toni, ma la sua è solo un'analisi. Ha portato nel calcio la sincerità".

Per lei il calcio italiano è oggi migliore quindi?


"Se il calcio italiano saprà apprezzare questa esperienza, ci potranno essere miglioramenti nei rapporti e nella chiarezza. Mourinho dice quello che pensa, quello che ha in mente. Non è un difetto".

Ora tutti parlano bene di Mourinho e lo paragonano ad Herrera.

"Sì, sono simili dal punto di vista professionale. Entrambi motivatori e comunicatori ma soprattutto professionali".

Quando è arrivato all'Inter, i giornalisti lo hanno considerato sempre più un comunicatore che un allenatore. Hanno sbagliato?


"Io invece credo che i giornalisti sono i primi estimatori di Josè, perchè quello che dice è sempre interessante".

Vi siete scambiati regali a Natale?


"Sì certo, è stato gentilissimo. Ma nulla di prezioso, cose di carattere natalizio".

Lei ha mai pensato: il padrone sono io o lui?


"No! Lui è come un direttore generale, non è opportunista, collabora, è rispettoso nei miei confronti. Io gli lascio spazio per esprimere le sue opinioni, ma non le ho sempre seguite. Tra noi c'è un dialogo come tra due persone che hanno lo stesso obiettivo".

Gli ha mai fatto cambiare idea?

" Posso dire che Mou ha avuto idee che ho condiviso".

Oltre al calcio, di cosa parlate?

"I nostri discorsi si dilungano mentre fumiamo un sigaro o beviamo del whisky. Parliamo dell'Italia anche. In tv si è espresso sul nostro paese. Spesso mi trovo d'accordo con lui".

Lo ritiene un amico?


"No, il nostro è un rapporto diverso. Può dare più di quello che può dare un amico. Ma non mi permetto di costrigerlo a diventare mio amico".

Trattate mai direttamente di soldi?


"Una volta sola, ma per 15 secondi".

Non ha mai pensato, guardandolo, di pagarlo troppo?

"No. Il dubbio mi viene quando sono solo, ma poi faccia a faccia penso: va bè, è andata".

E' legato a un ricordo in particolare?


"Tutto quello che Mourinho fa è da ricordare. Lui è tutto ciò che vedete, è una persona sincera, è un professionista. E' sempre informato su tutto. Se magari una volta lo trovo impreparato, la volta dopo ha già imparato tutto quello che doveva sapere".

E' difficile stargli dietro?


"Sì, ma è divertente".

Sezione: News / Data: Sab 22 maggio 2010 alle 18:31 / Fonte: Sport Week
Autore: Carolina Russo de Cerame
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