E' Nicola Berti l'ospite della puntata odierna di Inter Nos, programma della televisione tematica nerazzurra. L'ex numero 8 si racconta ai microfoni di Inter Channel:
Chi è stato il giocatore più forte con cui hai giocato?
“Chiaramente Ronaldo, anche se ci ho giocato poco. Gli insegnavo come tirare le punizioni (ride, ndr), anche se in partita non me le hanno mai fatte tirare”.
Qual è l’Inter più forte di sempre?
“Un mix tra quella del Triplete e quella di Trapattoni”.
Qual è il giocatore della rosa attuale che ti ha stupito di più?
“Icardi mi piace molto, ma deve dare qualcosa in più. E’ il nostro futuro. L’anno scorso è stato straordinario, ora si sta riprendendo”.
Chi era il tuo idolo da piccolo?
“Marco Tardelli, era un tuttocampista, anche se all’Inter non ha lasciato un grandissimo ricordo come allenatore. Anche se io di quel derby non me lo ricordo proprio (ride, ndr)”.
Che ti ricordi hai di quella sgaloppata contro il Bayern?
“E’ un’emozione unica, c’erano un sacco di tifosi nerazzurri e abbracciarli virtualmente dopo il gol è stato epico. I tedeschi in difesa erano un po’ vecchiotti, sapevo di avere la gamba per arrivare fino in fondo e ce l’ho fatta”.
Cosa ti ricordi della tua esperienza inglese?
“Arrivai al Tottenham per sei mesi e andò alla grande, salvai la squadra dalla Premiership. L’anno dopo cambiò l’allenatore ed era un razzista, odiava la gente che non era inglese. Poi non sopportava che non abitassi vicino al campo d’allenamento, quindi non ha funzionato”.
Cosa ne pensi della sconfitta contro la Juventus di ieri sera?
“Dobbiamo essere positivi. Contro la Juventus non è stata una partita esaltante, anche se nel primo tempo abbiamo dimostrato di essere vivi. Nella ripresa siamo calati, ma ora c’è il derby, dobbiamo ricambiare la stagione”.
Ti ricordi un episodio particolare, con protagonisti te e Maradona?
“Io sono sempre stato un po’ peperino in campo. Una volta, l’anno dello scudetto del 1989, giocavamo a San Siro contro il Napoli di Maradona. Negli ultimi dieci minuti marcai lui e gli insultai la moglie. L’anno dopo a Napoli, al triplice fischio, due scagnozzi mi braccarono negli spogliatoi e mi portarono davanti alla signora Maradona, che mi redarguì per quello che avevo detto”.
Cos’è rimasto del calcio dei tuoi anni?
“C’è meno tecnica, anche se quando giocavamo noi il ritmo era più lento”.
Cosa ne pensi del mercato dell'Inter?
“Eder a me piace molto, sarà utilissimo per l’Inter. Mi piacerebbe un centrocampista che sappia gestire il gioco, io riprenderei Pirlo, anche se ha detto che non viene. Abbiamo bisogno di un giocatore che abbia determinate caratteristiche, un po’ come Matteoli”.
Che ricordi hai del gol al Milan nel campionato del 1993?
“Avevo saltato due giocatori del Milan, poi mi tirarono giù e mentre ero a terra Baresi mi colpì in faccia. Ero furioso, dissi a tutti che di lì a poco avrei segnato. Batterono la punizione, io spostai anche Bergomi pur di colpire e insaccare”.
Com’era il tuo rapporto con Trapattoni? Cosa ne pensi di Mancini?
“Io ho cambiato allenatore praticamente ogni anno per tutta la mia carriera, tranne Trapattoni che ho avuto per tre anni. Il Trap è praticamente un fratello, divertentissimo e simpatico. Il Mancio è bravo, preciso e l’Inghilterra gli ha fatto bene. Sono due vincenti”.
C’è un avversario che ricordi con simpatia?
“Maradona (ride, ndr). Maldini mi è molto simpatico, siamo cresciuti insieme, anche se per un paio d’anni non ci siamo parlati per il derby. Non ci risparmiavamo mai. Di antipatici invece ce n’erano moltissimi, non me ne viene in mente nessuno in particolare… Ma sicuramente il peggiore era uno juventino”.
Cosa ne pensi dei giocatori che simulano?
“Ieri sera ho visto Chiellini, è patetico. E’ un grande giocatore, ma è patetico quando cade non appena lo toccano. Avrei voluto giocare per spiegarglielo”.
Dove deve arrivare l’Inter in campionato?
“Nei primi tre posti, sicuramente. Dobbiamo cambiare registro”.
Sei ancora in contatto con i giocatori dello Scudetto dei record?
“Sì, con tutti. Bergomi, Zenga, Serena… Lui era il mio compagno, eravamo affiatatissimi. Poi lui era un calciatore pazzesco, non era altissimo ma aveva tutto. Non mollava mai, ed è stato amato ovunque ha giocato: Inter, Milan, Juventus e Torino”.
Qual era il tuo riscaldamento prima delle partite importanti?
“Racconto solo quello che facevo nei derby. Prima della partita ci riscaldavamo nella palestrina di San Siro insieme al Milan. Tutti si iniziavano ad allenare, io facevo finta di sbagliare i tiri e colpire i milanisti, Gullit soprattutto… (ride, ndr)”.
Come vedi la partita di domenica?
"L'Inter deve metterci grinta e cuore, possiamo fare bene. Il Milan è forte, ma non brillantissimo, Mihajilovic è bravo ma deve dimostrare ancora tanto".
Autore: Marco Lo Prato / Twitter: @marcoloprato
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