«Questa storia durò più di un anno: un anno di prese per i fondelli dei compagni, praticamente. Ottobre 1979, giochiamo il derby in casa, dunque ci spariamo il solito tragitto in pullman dalla Pinetina a San Siro. Silenzio: non sono ancora i tempi delle cuffie nelle orecchie o degli smanettamenti sui telefonini, ma come al solito ognuno pensa ai cavoli suoi». Il racconto è di Evaristo Beccalossi, che confessa l'aneddoto alla Gazzetta dello Sport. «All’altezza di Saronno, più o meno, guardo fuori dal finestrino e vedo una pecora. Si fa i cavoli suoi anche lei, ma è vicinissima alla strada: non è strano che ci sia una pecora, è strano che sia lì, per poco il pullman non la investe. “Una pecora!”, provo a urlare. Mi risponde solo Gianpierone Marini. Per la prima volta dall’inizio della settimana non ci tormenta con la solita frase che aveva ripetuto ogni dieci minuti - “Non vorrei essere nei panni del Milan domenica...” - ma tormenta solo me: “Becca, sei tu che sembri una pecora, con quei capelli”. I capelli li tenevo così perché erano la mia corazza, e poi sento che quell’animale porterà bene. Infatti porta bene, soprattutto a me: 2-0, doppietta, due gol di destro. Cosa fa il Becca, da quel giorno? Ogni volta cerca una pecora, e fra l’altro ci scappa qualche altro gol. A quel punto diventa una fissazione: le cerco di nascosto, ma tanto appena i compagni mi vedono con gli occhi fuori dal finestrino mi prendono in giro lo stesso. “Quanto credi che possa funzionare?”. Anche un anno. Fine dicembre 1980, sulla strada San Benedetto-Ascoli, non riesco a trattenermi: “Una pecora!”. Frasi irripetibili dei compagni, ma gliele ho fatte rimangiare tutte: Ascoli-Inter 0-1, gol del Becca. Quanti “beeeee” nello spogliatoio...». 

Beccalossi ha poi condiviso la foto dell'articolo sul suo profilo Instagram, mettendo nel mirino il derby ormai alle porte: "Ci siamo... derby", il messaggio del Becca. 

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Sezione: News / Data: Sab 14 ottobre 2017 alle 12:07 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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