Amadeus, celebre conduttore televisivo di fede interista, viene intervistato da Tuttosport per analizzare il big match di domenica sera tra Inter e Juventus. Il presentatore parte dalla passione nerazzurra trasmessagli da una sua zia: "Sì, zia Enza, mi portava sin da bambino, allo stadio, a vedere la partita casalinga dei nerazzurri, lei era una grande tifosa, io la osservavo e guardandola, mi sembrava che fosse felice, così ho iniziato ad allargare il mio sguardo allo stadio, ai tifosi, ai canti, agli sfottò, e anche ai giocatori, che ben presto diventarono i miei amici della domenica. Come posso scordarmi l’Inter di Boninsegna, Facchetti, Mazzola? Impossibile per tutta la vita".
Più forte e passionale di quella di oggi.
"Era una storia diversa. Intanto, lo sappiamo tutti, negli anni il calcio è cambiato molto, ha perso quella poesia e quella gioia che una volta ti regalava, ma soprattutto venendo a oggi, ha perso il terzo uomo in campo, cioè quel magnifico pubblico che ti sosteneva in ogni partita, incitava i ragazzi in campo, creava un’atmosfera unica e lo stadio si trasformava in un circo scintillante. Ora, è davvero triste, assistere a queste gare in solitaria, vedi solo mascherine, gente incappucciata, e tanto silenzio, troppo".
Ma almeno, è soddisfatto Amadeus, della sua squadra?
"Diciamo che lo sono a metà. Mi spiego. L’Inter è un’ottima squadra, ha giocatori di valore, un allenatore cocciuto che sa il fatto suo, una bella società alle spalle e campioni che altre squadre ci invidiano. Per tutti questi motivi, e parlo solo da tifoso, mi aspetto ancora di più da una situazione del genere. Vede, la scorsa settimana, ad esempio, abbiamo raccolto soltanto quattro punti in tre gare, è troppo poco per chi ha ambizioni importanti. No, non abbiamo fatto bene, contro il Crotone sì abbiamo vinto 6-2, ma non dovevamo prendere assolutamente due gol, poi con la Sampdoria, dove abbiamo perso, non so esattamente cosa abbiamo combinato e con il pareggio della Roma, mi ha convinto per metà gara, e forse dobbiamo proprio ripartire di lì, anche se a me, il modulo con la difesa a tre non entusiasma. Conte rimane un grande tecnico che stimo moltissimo, sa il fatto suo, dove è stato ha sempre fatto molto bene, è determinato e sa cosa vuole. Invece, ciò che ho notato, ma non sono nessuno per dare giudizi, è forse una certa pressione dei giocatori, forse una mancanza di serenità o meglio di tranquillità, come dovessero sempre dare tutto, ma non in modo rilassato. La testa, conta più dei piedi, e secondo me, la squadra deve acquisire quelle sicurezza e tranquillità psicologica, come fa ad esempio il Milan. Comunque, anche l’uscita dalla Coppa ha i suoi perché, perciò dico che quest’anno, a parte la gara vinta in Coppa Italia contro la Fiorentina, grazie a Vidal, deve essere l’anno dello scudetto, della vittoria totale, perché lo scorso anno abbiamo terminato secondi in graduatoria ed eravamo in Champions. Ora dobbiamo mettercela tutta: i giocatori con maggior esperienza non hanno, secondo me, dato ancora il massimo, mentre i giovani si stanno facendo notare, e io tifo er loro, perché sono sempre stato un grande estimatore dei settori giovanili. Di lì arrivano i veri campioni".
A proposito, domani affronterete la Juventus, e la settimana successiva, vi scontrerete nel derby contro il Milan in Coppa Italia...
"Queste due gare, rappresenteranno il banco di prova di tutto l’anno, e saranno il pronostico, per poter affermare o meno, se l’Inter quest’anno vincerà lo scudetto. Allora, se noi dovessimo vincere le due gare, difficili ma non impossibili, potremo dire che stiamo raggiungendo l’obiettivo scudetto che la società si è prefissata, mentre in caso contrario, sarà davvero una débâcle che ci costerà, secondo il mio punto di vista, il titolo di campioni. Certo, la squadra dovrà dare il massimo, certi errori a centrocampo andranno evitati, i “grandi” dovranno dimostrare tutta la loro valenza, ma soprattutto dovranno affrontare le due antagoniste con più rilassatezza. Questo è un compito di Conte, il tecnico deve trasmettere ai ragazzi la forza, la determinazione ma soprattutto tanta sicurezza e serenità. Sa, io non credo affatto, a quelle voci da bar, che dicono che la Juventus non è più la stessa, penso invece che sia una delle squadre più forti, che sa il fatto suo e non si accontenta del percorso fatto sino ad oggi. Gara da vivere, da giocare con la massima attenzione. Poi, ce la vedremo con il Milan, una squadra che stimo per il tipo di gioco che sta dimostrando, così come ammiro l’umiltà e la capacità del suo allenatore, che trasmette alla squadra una tranquillità incredibile".
Autore: Stefano Bertocchi / Twitter: @stebertz8
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