Intervistato in esclusiva da TuttoMercatoWeb Radio per la rubrica 'InterLine' (approfondimento nerazzurro gestito dalla redazione di FcInterNews), il tecnico della Primavera nerazzurra Stefano Vecchi ha parlato a 360° del movimento calcistico giovanile, senza però focalizzarsi sul mondo Inter e sperando al contempo che le Seconde Squadre possano presto essere protagoniste anche in Italia.
Non mancano inoltre riferimenti circa il proprio futuro, al lavoro insieme a Roberto Mancini e al nuovo corso targato Suning Sports, nei confronti del quale nutre profonda fiducia. Sulla bontà del salto immediato di un giovane tecnico dal settore giovanile alla Prima Squadra (l'esempio principale porta a Josep Guardiola, quando fece scuola con il suo Barcellona arrivando dalla cantera), il tecnico bergamasco ha invece un'idea precisa.
Terzo anno sulla panchina della Primavera: con quali obiettivi e motivazioni riparte?
"Sono carico e motivato come sempre. Ovviamente quest'anno partirò con più esperienza conoscendo maggiormente ambiente e calciatori, nonostante la squadra sarà diversa. Ma questa non è novità, normale durante l'estate cambiare parecchio a livello giovanile. Lavoreremo e cercheremo di far crescere i nostri ragazzi, sapendo che ci sono valori molto importanti. Vedremo poi se si riuscirà a vincere ancora qualche trofeo, magari fornendo anche qualche risorsa alla Prima Squadra".
Risultati a parte, considerando che resta da raggiungere l'obiettivo dello Scudetto, in cosa crede si debba migliorare?
"Al primo anno la squadra ha offerto un gioco veramente di assoluto livello e con grande qualità, mentre il gruppo della scorsa stagione era più grintoso, molto tosto e con la voglia di stare sempre sul pezzo. Nel 2016-2017 mi piacerebbe unire questi due aspetti, sperando magari di vincere lo Scudetto. Non sarà facile, questo è sicuro, ma ci prepareremo per fare il massimo".
Oltre al Lugano, ci sono state altre possibilità per andare via da Milano nelle scorse settimane?
"Sì, non nascondo che si sono presentate delle opportunità. Alcuni club hanno scelto altri profili, mentre ho deciso di declinare l'offerta del Lugano dopo un incontro con l'Inter, durante il quale abbiamo deciso di proseguire insieme. A Milano mi trovo benissimo, per andare via dovrebbe palesarsi la situazione ideale. Questo non era il momento adatto, anche perché l'Inter ha bisogno di me".
Verosimilmente questa sarà la sua ultima stagione in nerazzurro?
"Credo di sì, non saprei. Ho ancora un anno di contratto, poi vedremo a tempo debito cosa succederà. Ripeto, qui mi trovo benissimo e ho la fortuna di lavorare in una grandissima società, ma non nascondo che l'ambizione è quella di tornare tra i grandi. Vedremo al termine della stagione se ci sarà la possibilità di fare il salto".
Guardiola con il Barcellona ha aperto il corso dei giovani allenatori catapultati in Prima Squadra, anche se talvolta alcuni sono andati incontro al rischio di bruciarsi facendo il salto dalla Primavera, soprattutto prendendo in eredità situazione abbastanza negative: secondo lei, in questi casi, sono maggiori i rischi o i vantaggi per un giovane tecnico?
"Quando una società si affida a un tecnico delle giovanili i vantaggi possono essere legati all'entusiasmo e alla novità del momento, ma abbiamo visto che per noi non è sempre facile e i rischi ci sono. Guardiola ha fatto una grandissima carriera da calciatore, soprattutto nel Barcellona, per poi accumulare esperienza nella cantera. Bravissimo certamente lui, ma il suo era un gruppo di calciatori eccezionale. E questa unione ha creato il Barça che tutti abbiamo conosciuto e apprezzato. Purtroppo per gli allenatori non sempre è così".
Riforma dei campionati di categoria: qual è la sua opinione in merito?
"Sembrava ormai approvata, poi è stata bocciata. Ritengo che con questa modifica il passo avanti sia scontato, necessario per rendere competitivo il movimento giovanile ed evitare alcune partite in cui ci sono vere e proprie goleade. Per alcune società sarebbe estremamente utile potersi misurare in campionati maggiormente competitivi, quindi spero che questa riforma possa essere finalmente approvata. Talvolta la distanza tra Primavera e Prima Squadra è enorme per alcuni giovani, per questo non riesco a capire cosa si stia aspettando per l'inserimento della Squadra B. Questo sarebbe uno step estremamente utile per i nostri giovani, senza dimenticare che al contempo crescerebbe anche l'interesse verso le categorie professionistiche inferiori, che spesso sono in difficoltà anche dal punto di vista economico".
Tornando ai temi nerazzurri, ha già avuto modo di conoscere la nuova proprietà?
"Non ancora, ma appena ci sarà l'occasione lo faremo e parleremo. Le impressioni sono comunque positive e tutto sta andando per il meglio".
A Riscone ha trovato Mancini: qual è il suo umore?
"Molto tranquillo ed estremamente sereno, sorride sempre. Il nostro rapporto è ottimo. Regolarmente si informa in merito alla crescita dei nostri ragazzi, e io faccio altrettanto quando qualcuno dei miei lavora con lui. Roberto è contento e lo siamo anche noi. Per me è un vantaggio che tanti giovani abbiano la fortuna di allenarsi con un allenatore del suo livello".
Quali potrebbero essere i ragazzi sui quali puntare in vista della nuova stagione?
"Direi che ne abbiamo tanti, per fortuna. Penso in primis a Pinamonti e Bakayoko, mentre Yao è ormai più esperto e non sarà ovviamente con noi. Quindi questi due sicuramente, ma potrei citare anche altri giocatori. Prima voglio però valutarli al meglio, anche perché la analisi possono cambiare da una stagione all'altra. Non mancano qualità tecniche e fisiche anche tra i più giovani, dai 1998 fino ai 2000, ma per un settore giovanile come quello dell'Inter è una piacevole abitudine. Sono sicuro che anche la nuova Primavera sarà estremamente competitiva".
Per un giovane meglio avere la possibilità di allenarsi quotidianamente con grandi campioni, pur giocando poco, oppure accumulare sin da subito esperienza in categorie inferiori? In questo senso l'esempio ideale può essere Manaj.
"In un percorso di crescita ci può stare disputare una stagione come quella di Rey. Parliamo di un '97 che ha respirato l'aria di una Prima Squadra come quella dell'Inter e che è sceso a volte con noi per non perdere il ritmo-gara. Poi, dopo un'annata del genere, si può anche andare via, proprio come ha fatto Rey andando al Pescara dove avrà le giuste opportunità per mettersi in mostra e crescere. Quindi credo sia positivo un percorso del genere".
In conclusione, non sarebbe male salutare l'Inter al termine della stagione con uno Scudetto cucito sul petto.
"Sarebbe bellissimo (ndi). Fortunatamente abbiamo già cucito qualcosa sul petto l'anno scorso, ma non vogliamo fermarci. Puntiamo alla Supercoppa e poi alle fasi finali, senza dimenticare ovviamente il 'Viareggio' e la Coppa Italia".
Autore: Francesco Fontana / Twitter: @fontafrancesco1
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