Ernesto Paolillo, ex ad dell'Inter ha rilasciato una lunga intervista al portale Nicoloschira.com, nel corso della quale si è soffermato ampiamente sulla questione Super League che ha tenuto banco in questi giorni concitati: "Io sono contrario alla Superlega, ma ne ho capito le ragioni di fondo, anche se la soluzione era decisamente sbagliata. Questo calcio è effettivamente malato, un'industria che spende troppo e non riesce a catturare ricavi a sufficienza per coprire le spese: è un discorso che esula dalla situazione del Covid-19 perché i deficit c'erano anche prima. È nato così questo tentativo di risolvere il problema, ma solo per pochi, quei club che hanno una storia importante e tanti trofei, che decidono di fare un torneo tutto loro. Il ragionamento è sbagliato, perchè se queste squadre sono arrivate ad entrare nell'elite è proprio perchè hanno vinto i campionati nazionali. Il progetto, com'era stato pensato, aveva poco senso. Con 20 o 30 club avrebbe acquisito tutt'altra forza. A Florentino Perez dico che il vero rischio di default del calcio arriva proprio se viene fatta la Superlega, che era tutt'altro che salvifica. Perez aveva citato la possibilità di accogliere dei club per meritocrazia, ma non era chiaro come sarebbe questo passaggio delle società nella Superlega. Che interesse avrebbe avuto l'Uefa a organizzare una Champions che sarebbe secondaria a un trofeo "privato", simile all'Eurolega di basket? Trovo il tutto molto pericoloso. 12 squadre si arricchiscono, le altre perdono tantissimo. Servirebbe un modo per aumentare i ricavi dell'intero sistema calcio, non solo per pochi eletti che giocano tra di loro".

Paolillo si è ovviamente espresso anche sll'Inter di oggi: "Provo emozioni fortissime nel vedere l'Inter tornare a lottare per lo Scudetto. Il modo in cui i ragazzi festeggiano le vittorie e i gol segnati mi fanno rivedere l'entusiasmo di un gruppo e di un'Inter che vuole vincere. Un gruppo che mi ricorda quello che ho vissuto da dirigente, seppur con caratteristiche diverse. Antonio Conte sta facendo un lavoro pazzesco, fortissimo, e mi auguro che possa arrivare lo Scudetto anche per premiare il grande lavoro che stanno facendo due dirigenti come Beppe Marotta e Alessandro Antonello. Meriterebbero di aprire un ciclo vincente e vincere tanti scudetti. Mi ha sorpreso Christian Eriksen, perchè ha saputo psicologicamente superare un momento molto difficile dal punto di vista personale: era stato messo in discussione e avrebbe potuto cedere, invece ha lottato ed è diventato fondamentale". Inter che però deve fare i conti con le problematiche finanziare della proprietà: "Non mi aspettavo che potessero sorgere quei problemi con Suning, ma non è colpa loro: è cambiato tutto in Cina dopo il Covid-19, col Governo locale che ha imposto delle limitazioni sugli investimenti dall'estero e reso tutto più difficile e complicato per chi investiva nel calcio e al di fuori dal Paese. Suning non poteva far altro che adeguarsi. Sono stati bravi Marotta e Antonello a tenere in piedi la squadra in un momento di difficoltà nel quale non potevano pagare gli stipendi. Il gruppo non ne ha risentito perché loro si erano conquistati la piena fiducia della squadra, e l'hanno saputa mantenere. Questo è un grande merito. Sul futuro societario e l'ingresso di possibili soci non mi esprimo. Dico però che al posto di Suning non avrei mai aderito alla Superlega e mi sarei schierato nel fronte del Bayern e di Karl-Heinz Rummenigge".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Gio 22 aprile 2021 alle 14:10
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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