Premesso che Marcello Lippi continua a ignorarlo nonostante una prestazione come quella di Udine, Mario Balotelli si è ripreso il suo posto di giocatore determinante nell'attacco nerazzurro, un mese e mezzo dopo la sua ultima presenza nell'undici titolare di Mourinho. Ancora una volta il giovane centravanti di origini ghanesi ha fatto la differenza con gol, assist e giocate di primaria importanza. Una prestazione che dà ragione a Mourinho, il quale lo ha preferito a Eto'o per la delicatissima trasferta friulana, un segnale di stima da non sottovalutare, che trae origine dall'ottimo spezzone di partita contro il Chelsea, durante il quale SuperMario ha dato la virata a un match che stava diventando difficile per i compagni messi a dura prova dall'insistenza offensiva dei Blues.

Bellissimo il gol dell'1-1, un destro violento e preciso da fuori area, in precario equilibrio. Una rete fondamentale perché arrivata pochi minuti dopo il vantaggio dell'Udinese di Pepe, un salvagente in un mare che poteva diventare burrascoso. Controllo (imperfetto) e stoccata che lascia passivo Handanovic, pur con il piede d'appoggio ormai fuori posizione. Gran gol, insomma. Poteva arrivare persino il bis poco dopo, su punizione violentissima da oltre 25 metri, sibilata alla destra del portiere bianconero per una questione di centimetri. Infine l'assist, a completamento di un primo tempo glorioso, per il colpo di testa in anticipo di Milito su Coda. Rete da grande bomber, senza dubbio, ma buona parte del merito è di Balotelli, che ha letteralmente messo sulla testa dell'argentino un assist perfetto.

Protagonista assoluto della prima frazione, SuperMario ha pagato il calo fisico dei compagni nella ripresa, risultando anche lui meno appariscente. Qualche tentativo partendo da sinistra, duelli accesi con Cuadrado e un paio di conclusioni velleitarie, questo il suo bottino prima della sostituzione con Materazzi, necessaria per difendere il prezioso vantaggio. Ma prima di lasciare il posto al difensore, Balotelli è stato al centro dell'ennesima, ahilui, discussione. Stavolta però, a fronte di qualche rimprovero pervenutogli dalla panchina per la solita insofferenza tattica e allo spirito di sacrificio, il giovane attaccante ha trovato un avvocato difensore in Samuel Eto'o, del quale stava prendendo il posto in squadta. Il camerunense, in un periodo poco brillante, conferma la sua importanza anche dalla panchina, dimostrando di essere un leader. E' stato proprio lui a difendere Balotelli, chiedendo a chi lo stava rimbrottando di lasciarlo giocare ("Sta giocando bene, che deve fare di più?", le sue parole), perché stava facendo bene e meritava un po' di tranquillità. Poi, lo stesso Eto'o ha chiamato a sé il collega di reparto, e gli ha dato qualche consiglio a tu per tu, lontano da occhi e orecchie indiscrete. Un gesto da uomo squadra, che ha capito lo stato d'animo del compagno, lo ha difeso e lo ha consigliato. L'atteggiamento giusto per tenere sempre nel mood giusto Balotelli, come il prosieguo del match ha dimostrato.

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 01 marzo 2010 alle 09:18
Autore: Fabio Costantino
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