Domani sera, Beppe Marotta parteciperà alla quarta finale Champions League conquistata nelle vesti di dirigente, la seconda con l'Inter dopo le due alla Juve. Sarà la prima da presidente per il varesino, che ai microfoni di The Athletic ha provato a spiegare quale è il segreto dietro al successo delle squadre che contribuisce a costruire: "Innanzitutto, la proprietà deve avere fiducia nel management - la premessa -. Se si ha la loro fiducia, allora bisogna avere due caratteristiche: una è la competenza, l'altra è un'etica del lavoro e una cultura aziendale. Un senso di appartenenza a qualcosa. Questi valori sono assolutamente essenziali. Non sono i soldi a vincere le cose; sono questi aspetti".

A Monaco di Baviera, la squadra di Simone Inzaghi proverà a rifarsi dopo l'amara delusione di Istanbul, la gara dove è nata un'Inter più consapevole della sua forza, secondo Marotta: "A partire da Istanbul, è iniziato un processo in cui i giocatori hanno preso consapevolezza del loro valore e questo a sua volta li ha resi abbastanza maturi da giocare sui palcoscenici più grandi, come una seconda finale. Tutti nello sport conoscono questa sensazione. Bisogna convivere con le gioie e le amarezze. Per citare Nelson Mandela: 'Non perdo mai. O vinco o imparo'. Quindi ci sono lezioni da imparare, modi per migliorare e modi per essere ancora più preparati per la prossima sfida che ci attende".

I nerazzurri arrivano a questo appuntamento prestigioso dopo una stagione estenuante, come sottolineato da Marotta, che propone una ricetta per alleggerire il carico di lavoro dei giocatori: "È importante che ci uniamo per ridurre leggermente il calendario calcistico. Giocare 60 partite all'anno è difficile. A mio avviso, il primo passo in Serie A dovrebbe essere quello di ridurre il numero di squadre da 20 a 18, come hanno fatto la Bundesliga (e la Ligue 1), e come sembrano essere considerati altri paesi. Ridurre la Serie A a 18 squadre e allineare meglio i calendari internazionali con la FIFA e le federazioni sarebbe un passo avanti".

Guardando oltre la finalissima di domani, Marotta spiega, tra le righe, il desiderio di trattenere Simone Inzaghi, il demiurgo della squadra che ha ha raggiunto traguardi importanti nelle ultime quattro stagioni: "È un allenatore bravo. Trova le giuste motivazioni e non crea tensioni eccessive. La squadra gioca con uno stile di calcio moderno, cercando di segnare più gol piuttosto che limitarsi a difendersi: questo è un tipo di calcio che la gente apprezza e trova divertente". 

A prescindere da chi siederà sulla panchina, spiega Marotta, la rosa verrà costruita seguendo le linee guida imposte dalla proprietà: "Abbiamo concordato con Oaktree, che ci ha prima di tutto garantito stabilità e sicurezza finanziaria, di creare un modello diverso e di implementarlo nella prossima stagione. Gli investimenti saranno fatti su profili leggermente più giovani che rappresentano una vera risorsa, giocatori con potenziale che sono una risorsa per il presente e per il futuro".

Sezione: In Primo Piano / Data: Ven 30 maggio 2025 alle 11:44
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
vedi letture
Print