Il primo passo è stato fatto: Euro 2020 spostato di un anno. Fin qui ci siamo, ma i nodi per il calendario non sono tutti sciolti. Secondo quanto riferisce la Gazzetta dello Sport, adesso si sono venuti a creare due nuovi fronti: da una parte Leghe e federazioni nazionali, dall’altra Uefa e club che giocano le coppe. Il motivo di questa spaccatura è presto detto: ognuna delle parti in causa spera in un format. E quello che prevede final-four per Champions ed Europa League e playoff in Italia non piace per questione di incassi.

Lo scenario più ottimistico è quello di una ripartenza già ad aprile: in tal modo si avrebbe tutto il tempo di terminare la stagione in modo da giocare tutte le partite entro il 30 giugno. Ragionevolmente, però, la ripresa dell'attività si avrà a maggio (virus permettendo) e, in questo caso, bisognerà tagliare qualcosa per non andare troppo lunghi. Il 2 maggio è l'ipotesi più ottimistica, altrimenti il 9 o il 16. La prima permetterebbe di concludere il campionato il 28 giugno - spiega la rosea -; le altre due avrebbero bisogno di sforare a luglio, di una o due settimane. Andrebbe richiesta una proroga per i contratti dei calciatori in scadenza a giugno. La Uefa però tende a scoraggiare questa soluzione perché si scontrerebbe con l’inizio della stagione successiva.

Intanto in Italia la situazione è fluida. La Federazione Medico-Sportiva Italiana guidata da Maurizio Casasco ha raccomandato la sospensione fino a venerdì 3 aprile degli allenamenti collettivi e, viste le perdite annunciate nell'ordine di svariati milioni di euro (dai 200 della proiezione meno pessimistica fino ai 700 dello scenario peggiore), le società chiederanno ai calciatori di contribuire per alleggerire il carico del colpo.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 18 marzo 2020 alle 08:15 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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