Un fiume in piena, Javier Zanetti: anche in Argentina il capitano nerazzurro è al centro dell'attenzione per il suo rientro in campo a sei mesi e oltre dall'infortunio al tendine d'Achille, e anche ai microfoni del quotidano locale La Nacion Zanetti esprime le sue sensazioni: "Se ho mai temuto di non giocare più? No, mai. Ho sempre saputo che sarei tornato. Ho sempre lavorato in maniera regolare e non ho mai un perso un giorno alla Pinetina. Sapevo che sarei tornato, l'ho sempre saputo sin dal momento dell'infortunio. Non mi sono mai sentito un ex giocatore, sono sempre andato ad Appiano Gentile e ho partecipato alla tournée americana, anche se non potevo ancora toccare un pallone. Sono sempre stato positivo".

Però in questi mesi hai potuto immaginare quale sarebbe stata la tua vita dopo il ritiro?
"Sì, quello sì. E mi sono reso conto che fuori dal campo ci sono tante cose da fare. Per esempio, la funzione di dirigente per me è scritta nel futuro. Questo tempo l'ho dedicato molto anche alla mia famiglia e allo sviluppo di Fondacion PUPI. So che il giorno del mio ritiro arriverà, però ho capito che sarà meno traumatico". 

Zanetti racconta anche del suo viaggio in Sicilia, lì dove si fece male:
"La sera del crac avrei dovuto partecipare ad una cena in Sicilia, che è stata annullata. Però sono tornato. E la gente mi ha ricevuto con tanto affetto. Ecco un aspetto positivo dell'infortunio: la gente mi ha riempito d'affetto, mi hanno mandato tantissimi messaggi. Addirittura il quotidiano di Torino Tuttosport, vicino alla Juventus, ha aperto uno spazio sulla pagina web per scrivermi, e ha fatto il pieno di messaggi. E la mia autobiografia Giocare da Uomo, che ha già venduto 35mila copie, il nove dicembre sarà presentata alla Camera dei Deputati di Roma".

Sui messaggi ricevuti:
"Un giorno il cellulare squillava, ho atteso un po' perché non conoscevo il numero. Poi ho capito che era un messaggio di David Beckham. Anche lui mi augurava una pronta guarigione, è stato gentile perché anche lui si fece male in quel punto. Dopo l'operazione è tornato a chiamarmi, e tra il mio inglese basico e il suo italiano stentato abbiamo chiacchierato un po'. Mi ha sorpreso perché si è interessato degli sviluppi del mio recupero, davvero un cavaliere".

E il futuro?
"Ho un contratto fino al 2014, e in quel momento vedrò cosa fare. Dipenderà da come mi sentirò e quali saranno le prospettive del club nerazzurro. Che fra qualche giorno saranno più chiare, visto che il 15 si presenteranno i nuovi azionisti di maggioranza. Ma se dovesse dipendere da me, se dovessi sentirmi bene, potrei continuare". 

 

Sezione: Focus / Data: Mar 12 novembre 2013 alle 12:22
Autore: Christian Liotta
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