Momento di grande commozione a San Siro: quando manca un quarto d'ora all'inizio della partita entra in campo Julio Cesar, insieme ai figli, per l'atteso saluto alla curva prima di passare al QPR. Per lui anche uno striscione eloquente: "Chi la maglia ha amato e onorato non verrà mai dimenticato... Julio uno di noi".

Poi prende la parola: "Questa sera il presidente Moratti mi ha dato la possibilità di salutare i tifosi per tutto quello che abbiamo passato insieme. Grazie presidente! Grazie per quanto fatto in sei anni, ho preparato una lettera per voi, cercherò di non piangere... Sette anni fa è arrivato a Milano un ragazzo semplice e sconosciuto al calcio europeo, però ha raggiunto i suoi obiettivi: diventare un portiere rispettato e vincente. Con tanto entusiasmo sono stato accolto ed è iniziata la mia avventura. La prima volta che ho indossato la maglia dell'Inter ho capito quanti tifosi appassionati aveva e che potevo realizzare i miei sogni. Ho lavorato duro e quando ho giocato la prima da titolare sono rimasto sorpreso ma contento della fiducia di mister Mancini. Da allora i sogni sono cominciati a diventare realtà, subito lo scudetto. A tavolino? Può darsi ma me lo tengo stretto, non siamo stati noi ad aver sbagliato... negli anni successivi non ci siamo più fermati: Supercoppe, Coppe italia, Scudetti, la squadra voleva sempre di più per se stessa e per il presidente. Giorno dopo giorno abbiamo iniziato a costruire una storia che rimarrà sempre nella mia memoria. Insieme ai miei compagni abbiamo fatto una cosa unica per tutti: la famosa tripletta. Dopo 45 anni l'Inter ha vinto la Champions, e quel ragazzo semplice e sconosciuto ha realizzato tutti i propri sogni, grazie a quella famiglia che si chiama Inter. Grazie al presidente, ai compagni e a tutti voi, al vostro affetto, vi porterò sempre nel mio cuore".

Sezione: FOCUS / Data: Gio 30 agosto 2012 alle 20:29
Autore: Domenico Fabbricini / Twitter: @Dfabbricini
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