Come ha giocato l’Inter contro il Verona? In giro, tra le pagine dei quotidiani sportivi e dei siti e Web, troverete pochissime analisi tecnico-tattiche della prima uscita dei nerazzurri nel 2024 che, pur con uno svolgimento diverso, ha ricalcato l’ultima dell’anno pareggiata 1-1 in casa del Genoa.

Al contrario, l’argomento principale è diventato nota a margine nei salotti tv post-partita, dove - come tradizione italica impone - si è partiti dall’episodio arbitrale, ovvero il particolare, per rispondere alla domanda generale ‘è giusto il risultato finale?’. Come se un singolo frame di una partita di cento minuti potesse dire la verità sul merito di una vittoria. Non può essere tutto ridotto al contatto Bastoni-Duda nell’area scaligera, anche se poi da quel mancato intervento dell’arbitro e del VAR scaturisce il 2-1 di Davide Frattesi, decisivo a fini del punteggio. Prima e dopo quella situazione sono successe troppe cose che è impossibile ignorare, se si vuole capire se il responso del campo sia stato più o meno giusto.

Non stupisce, comunque, che dopo il triplice fischio la società gialloblu abbia mandato il direttore sportivo Sean Sogliano, non l’allenatore Marco Baroni, a parlare davanti alle telecamere. E ancor meno suscita stupore la sottolineatura del dirigente circa la gravità di un errore che lascia perplessi per la facilità della lettura dell’episodio. Sogliano ha anche tirato in ballo la ‘mancanza di rispetto’ nei confronti del Verona che pure, a tempo quasi scaduto, ha ricevuto e un calcio di rigore a favore in casa della capolista che in tempi pre-tecnologici sarebbe diventato a fatica materiale da moviola. Da Lissone a San Siro, insomma, sono arrivati messaggi contraddittori a proposito del trattamento che la classe arbitrale riserva al Verona: se prima Luigi Nasca ha sorvolato sulla sportellata di Alessandro Bastoni ai danni di Ondrej Duda, che accentua proprio perché sa che qualcuno andrà a rivedere l’azione (uno dei più grandi malvezzi del calcio moderno), in seguito, è andato a ritroso nel tempo per andare a pescare il colpetto di Matteo Darmian sul piede di Giangiacomo Magnani, che cade in differita per lo stesso motivo del compagno di squadra di cui sopra. Un lieve tocco che non determina la caduta ma che ormai va accettato, anche se malvolentieri, come falloso in tempi di VAR. In coda alla sfida, insomma, gli ospiti hanno persino avuto l’occasione più grande per pareggiare i conti, ma non ci sono riusciti a causa dell’errore dal dischetto di Thomas Henry, che poco prima era stato autore dell’1-1. Sì, perché sbagliano anche i giocatori, non solo gli arbitri. Ma evidentemente è più comoda prendersela con questi ultimi per giustificare una sconfitta. Lo stesso discorso vale al contrario: una vittoria, se è immeritata, non è per forza ‘rubata’. Non ha senso tirare fuori il discorso del ‘Palazzo’, il non luogo del nostro calcio dove si decidono i campionati. Ha ancor meno senso parlare di peso politico del tal dirigente rispetto ad altri dopo una partita in cui l’arbitraggio non è stato a senso unico. Sarebbe bastato da entrambe le parti parlare di risultato che non ha rispecchiato fedelmente le prestazioni messe in campo dalle due squadre. Quindi, qua si torna alla domanda originaria, che ammette un’unica risposta: l’Inter si sta esprimendo a un livello inferiore rispetto a quello su cui giocava fino a prima dello 0-0 con la Real Sociedad. La forza dei numeri dell’Inter nel girone d’andata che ha evidenziato Beppe Marotta nel consuntivo di metà stagione, fatto in Lega lunedì scorso, è più oggettiva del VAR, uno strumento il cui utilizzo sarà sempre interpretativo fino a che resterà in mano a degli uomini e non se ne limiterà il campo. Una verità accettata serenamente da Massimiliano Allegri dalla notte dei tempi della sua introduzione fino a sabato scorso, quando non ha fatto una piega commentando quanto successo sul campo della diretta concorrente nella corsa scudetto. Insomma, il tecnico livornese non ha mosso nessuna accusa di complotto ai danni della Juve, una teoria esclusivamente mediatica. Anche perché Inzaghi, dall’altra parte della barricata, non ha nascosto che la vittoria con l’Hellas è stata sudata, proprio perché poteva essere tranquillamente messa in discussione dalle decisioni arbitrali diverse da quelle prese: “È stata una partita di sofferenza. Le proteste di Sogliano? Ne ho perse anche io di partite così, chiaramente ci sta (lamentarsi, ndr). Penso che sia stata un'ottima partita, dove sul 2-1, al 94’, viene giustamente assegnato un rigore al Verona: ho guardato Darmian, lo conosco, sapeva di aver toccato l'avversario". 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 11 gennaio 2024 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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