Mourinho lo aveva detto alla vigilia, contro la Roma sarebbe stata una partita spettacolare. Previsione scontata, alla luce dei precedenti più recenti tra le due squadre, in cui si sono alternate sfide ricchissime di gol o partite decise da finali rocamboleschi. Anche domenica sera, a San Siro, è andata così: un match dagli altissimi contenuti spettacolari, sei reti, un pareggio e tante polemiche, com'è nel Dna di questa partita. Il tutto, nonostante l'assenza dei due emblemi delle contendenti: Ibrahimovic e Totti. Senza i due leader, Inter e Roma si sono guardate in faccia e si sono affidate al gruppo e all'organizzazione tattica. In quest'ottica, i giallorossi si sono dimostrati decisamente superiori della squadra di Mourinho, autrice di un primo tempo, come direbbe qualcuno, "raccapricciante". Lo 0-2 all'intervallo, oltre a essere accompagnato dai fischi di un San Siro incredulo, dava adito a migliaia di congetture sul momento nerazzurro e sul prosieguo della stagione, tutte di timbro pessimistico. Ma la ripresa ha restituito ai tifosi la vera Inter, quella che oltrepassa i limiti tattici saltando sul trampolino dell'orgoglio, quella mai doma, che prima di alzare bandiera bianca dà tutto ciò che ha dentro. Anche questo spiega il primo posto degli ultimi tre anni...

E' stata la serata delle rivincite in casa nerazzurra, quella dei vari Crespo, Vieira, Figo, che hanno dimostrato al loro allenatore di poter essere utili da qui alla fine della stagione, nonostante non siano più dei giovanotti di belle speranze. I tre si sono innalzati a protagonisti della reazione nella ripresa, dando un'iniezione di fiducia a una squadra con le ruote a terra, pur adeguandosi, talvolta, alla pessima serata del gruppo. Domenica sera è stato come rivivere l'ormai leggendaria finale di Supercoppa di tre anni fa, quando i nerazzuri rimontarono al Meazza lo 0-3 choc della Roma, grazie ai gol di Vieira (2), Crespo e alla punizione di Figo nei supplementari. Guarda caso, gli stessi innesti di Mourinho nella ripresa golpista. Se si fosse andati ai supplementari, come quella volta, non faticheremo a pensare che la partita sarebbe addirittura terminata con un successo dell'Inter.

Serata di rivincita anche per SuperMario Balotelli. Non nei confronti di Mourinho, che l'aveva già riabilitato, bensì contro un pubblico di detrattori, che lo ha preso di mira come capo espiatorio di una prestazione inqualificabile. Non sappiamo cosa sia successo a Balotelli nell'intervallo, fatto sta che nella ripresa è sceso in campo un altro giocatore, più volenteroso, voglioso di giocare, nulla a confronto della controfigura scesa in campo nel primo tempo. Un gol dopo 5 minuti per riaccendere la speranza, il rigore "guadagnato" e realizzato per tenere viva quella fiammella, quindi tante buone giocate, soprattutto quando c'era di ripartire in contropiede, svariando da una fascia all'altra e alternandosi con Figo. Un Balotelli rigenerato, dunque, che non ha perso l'occasione di oltrepassare le righe del fair play, zittendo platealmente i tifosi giallorossi dopo il gol del 2-3 e mostrando (a Panucci?) la sua linguaccia insolente. Atteggiamento crocefisso dai media, che forse non hanno notato i buuu sonori verso di lui provenienti dalla curva giallorossa. Reazioni così vanno stigmatizzate, ma non ci si può nascondere dietro al solito dito del suo carattere tempestoso per punirlo. E' umano reagire a chi ti insulta e insulta la tua famiglia senza un vero motivo. SuperMario lo ha fatto, non va giustificato ma capito. Poi, alla fine, quello che importa è che con il suo contributo l'Inter sia tornata a ruggire. Del resto, non ce ne frega niente...

Sezione: Editoriale / Data: Lun 02 marzo 2009 alle 09:34
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print