Storie di missioni. O di operazioni, chiamatele come volete. Fanno comunque tutte rima con milioni, i sovrani di un calcio che ormai - specialmente in Italia - fa una dannata fatica ad essere competitivo a livello internazionale. Questione di soldi, fondamentalmente. Per questo Massimo Moratti ha iniziato una ricerca intensa e concreta di soci che possano prendere una parte inizialmente parziale della sua Inter. Una caccia al socio partita ormai dal 2011, con il progetto del nuovo stadio che possa essere affiancato proprio ai nuovi investitori per l'Inter. Un'idea che Moratti ha in mente e sta percorrendo da mesi. Aveva chiuso l'affare perfetto con la cordata cinese di soci e con la China Railways per il nuovo stadio, poi la burocrazia interna della Cina ha bloccato tutto sul più bello. E adesso, nuove voci che circolano in continuazione: è spuntata l'indiscrezione su un miliardario kazako con cui si starebbe trattando. In realtà, nessun riscontro concreto su operazioni così avviate.
La verità è che Moratti ha fatto partire diverse discussioni su più fronti con l'aiuto della banca Lazard, alla ricerca di ricchi investitori che possano portare liquidità fresca nella società e valutare la costruzione del nuovo stadio di proprietà. Una soluzione che quindi aiuti a coprire il buco derivato dal fallimento dell'operazione con la cordata cinese e faccia muovere a Moratti passi concreti verso una gestione meno impegnativa economicamente della sua Inter. Dalla Mabetex a diverse altre aziende, da parte di uomini del presidente ci sono già stati tanti incontri e discussioni preliminari partiti da missioni dirette (come quella per discutere proprio con i proprietari di Mabetex, sul posrto), studiando possibilità di collaborazione. Per trovare soci e potenziali costruttori di un nuovo stadio. Non è facile, ci sono tanti tavoli aperti, per questo il fronte kazako non meraviglia; ma non c'è nessuna trattativa - ad oggi - più avanti delle altre o in via di conclusione. Anche se Massimo Moratti lo spera e sta spingendo su questo fronte, sperando in una soluzione in tempi brevi dato un altro anno senza gli introiti della Champions ormai alle porte. Ma proprio perché servono tanti soldi (almeno 55 milioni) e disponibilità sul fronte costruzione di un nuovo stadio, riuscire a completare l'operazione non sarà un gioco da ragazzi.
E se l'Inter aspetta per costruire (si spera nel 2017, ma il tempo passa...) un impianto di proprietà che sia la nuova casa, una casa la sta cercando a Milano l'attaccante del futuro, Maurito Icardi. Aperitivi e trattative telefoniche, follow su Twitter o dichiarazioni di apertura: ormai è inutile parlare di indizi, c'è ben poco da scoprire. E chi ci legge lo sa bene, tra dicembre e gennaio è stato chiuso praticamente tutto con Icardi per vestire il nerazzurro. Non c'è mai stato il minimo dubbio. Adesso Mauro sta cercando casa a Milano, favoritissima come sempre la zona San Siro, preferita dai giocatori. Ha già sentito Zanetti e Cambiasso, aspetta solo la fine della stagione per trasferirsi. Anche perché - in un incontro che ha definito tutto nello scorso gennaio - Icardi ha avuto tutte le garanzie tecniche del caso: non sarà un comprimario o un attaccante da poche presenze, ma l'Inter lo compra per puntarci e credere fermamente nelle sue qualità.
E le garanzie tecniche sono arrivate anche su quella che è sempre stata l'idea della società: Mateo Kovacic la mente, Mauro Icardi il braccio. La capacità di verticalizzare del croato può esaltare in maniera esplosiva le capacità offensive dell'argentino. Una prospettiva di gioco che è stata già studiata dall'Inter per il presente e per il futuro. Non è un caso che su Kovacic si sia puntato da subito, senza aspettare, proprio come si farà con Icardi. In due non fanno l'età di capitan Zanetti, uno 18 e l'altro 20 anni. E chi mette in dubbio le qualità di Maurito evidentemente non ha saputo seguirlo: 9 gol al suo primo anno di Serie A, di cui due a Torino contro la Juventus a Buffon (gol bellissimi) e uno in un delicatissimo derby di Genova. Cose non comuni, trovare un altro '93 che ha fatto tutto questo. Perché Icardi non ha mai segnato su rigore - quindi tutti gol puri - e gioca in un reparto offensivo non proprio esplosivo (Eder, Sansone e Lopez hanno segnato 9 gol in tre, come Icardi da solo a 19 anni). Mauro è un '93, prenderlo e puntarci è sacrosanto. Naturalmente ci saranno anche altri arrivi in attacco, ma è con i Kovacic e gli Icardi che non si sbaglia mai sul mercato. L'esempio massimo è Castaignos: un gol in Serie A, rivenduto al doppio in un anno.
Ma Maurito è una garanzia, altra pasta di giocatore. Bisogna crederci ed entusiasmarsi per questo acquisto, perché i giovani forti non sono più così facili da prendere. Quando sento parlare di una punta come Denis al suo posto, sorrido. Sui giovani va fatta una scelta: puntarci o no, crederci o no. Quando non ci sono, ci si lamenta di una squadra anziana; quando ci sono, non sono ancora pronti. Una follia. La soluzione sta semplicemente nella continuità e nella fiducia: pensare di far bollire in panchina i ragazzi più i vuol dire suicidarsi. Perché alla lunga i frutti, dai talenti puri, arrivano sempre. Visto poi quant'è bello vederli sbocciare all'improvviso, come Kovacic? E magari come potrà fare anche Diego Laxalt, un altro acquisto sudamericano dell'Inter. Se Rubén Botta è tutto da scoprire (senza aspettarsi fenomeni...), Laxalt è un centrocampista duttile che all'occorrenza fa l'interno, l'esterno mancino, l'ala offensiva sempre a sinistra. Più quantità che qualità. Ha colpito al Sudamericano Sub 20, l'acquisto è nato proprio da un blitz di Angeloni. Storie di operazioni e missioni, siamo sempre lì: l'uruguaiano arriverà nella prossima estate, per il passaporto è tutto a posto. E a Laxalt sono arrivate rassicurazioni in queste settimane: le voci che lo vorrebbero come contropartita proprio per Icardi o su altri fronti non trovano conferme; l'Inter vuole testarlo nel ritiro e dare a Diego la sua occasione. Un torello che potrebbe tornare utile per caratteristiche, magari ne sentiremo parlare.
Come sentiremo ancora parlare anche di nuovi talenti nella cantera nerazzurra dalla prossima stagione: prenotato il fantasista 15enne Paulino de la Fuente, un talento di cui si parla un gran bene; il centrocampista Razvan Popa, un 17enne per cui vanno solo completati alcuni documenti; il difensore classe '97 Senna Miangue, soffiato a tutte le big inglesi; la punta Andrea Pinamonti, uno dei migliori classe '99 d'Italia, baby punta che promette benissimo; l'attaccante Axel Bakayoko, 15enne preso con un blitz del capo scout giovanile Casiraghi (una garanzia: ha rinnovato il contratto e raramente sbaglia colpi) in Francia, durante un torneo giovanile. Storie di missioni e operazioni, come quella dell'agente di Sanchez: è arrivato in Italia, ha incontrato la Juve (in pole position), sentirà anche l'Inter. Anche in questo caso, missioni farà rima con milioni. Potete scommetterci.
Autore: Fabrizio Romano / Twitter: @FabRomano21
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