Un'inspiegabile vagonata di fango, per non usare altri termini meno eleganti. L'Inter continua a dare fastidio in vetta alla classifica (da tre anni) e subisce costantemente attacchi da ogni dove, sia sul piano calcistico sia in altri contesti che non la riguardano minimamente. La notizia riportata da Il Giornale su una presunta inchiesta ai danni della società nerazzurra e di alcuni suoi tesserati, relativa a un giro di scommesse alimentato da un rallentamento volontario nel finale dello scorso campionato, è pura spazzatura. Nessuno vuole accusare la testata (di proprietà della famiglia Berlusconi), che è entrata in possesso di un documento reale, ma chi l'ha redatto dovrebbe riflettere un po' e fare un esame di coscienza. È quasi superflua la smentita da parte della Procura di Milano, così come il commento di Paolillo e Moratti, che hanno definito stupidaggini e buffonate certe illazioni senza senso.

Che i vincenti siano odiati è risaputo, anche all'Inter è capitato di trovarsi dall'altra parte della barricata quando altri club mietevano successi e portavano a casa trofei (in modo legale e non). Adesso però che i nerazzurri comandano il gruppone e, anzi, se lo lasciano a distanza di anni luce, l'invidia travalica i confini sportivi e viene tradotta in accuse infamanti e diffamanti che bene non possono fare a nessuno. Stupisce poi che certe indagini partano da organi di polizia, perché sono proprio loro a dover impedire la costruzione di palazzi di sabbia come questi. L'Inter è una società pulita, Calciopoli non l'ha coinvolta, anzi l'ha palesata come una vittima di manovre oscure. Ma adesso è il caso di chiudere questa parentesi e giocare semplicemente a pallone, anche perché il campionato ha finalmente riottenuto la sua bellezza originale, macchiata talvolta solo da errori umani e non da operazioni sotto banco.

Avanzare ipotesi di inchieste che parlano di truffa è ignobile, soprattutto per l'immagine di persone (Mancini, Materazzi e Zanetti in primis) che, per quanto a volte mal visti dall'opinione pubblica dal punto di vista professionale (Zanetti escluso, ovviamente), non hanno nulla di cui vergognarsi dal punto di vista legale. Forse una bella denuncia nei confronti di qualche penna troppo avventurosa potrebbe finalmente porre fine a questi attacchi mirati...

Sezione: Editoriale / Data: Sab 31 gennaio 2009 alle 08:38
Autore: Fabio Costantino
vedi letture
Print