Riprende in trasferta, sul campo del Torino, il cammino in campionato dell’Inter di Antonio Conte, dopo la pausa per le Nazionali. Nel 3-5-2 nerazzurro spicca il rientro dal 1’ di D’Ambrosio, nel ruolo di ‘quinto’ a destra. A sinistra, assente Asamoah, confermato Biraghi. Godin-De Vrij-Skriniar davanti ad Handanovic, Vecino e Barella ai lati di Brozovic, Lukaku-Lautaro in attacco. Sponda granata, Walter Mazzarri sceglie Verdi alle spalle di Belotti. N’Koulou al centro della consueta difesa a 3, Baselli in cabina di regia, De Silvestri e l’ex Ansaldi sugli esterni.
PRIMO TEMPO - Condizioni del terreno tutt’altro che ottimali e disposizione in campo - da parte delle due squadre - molto simile danno vita a un match equilibrato, caratterizzato da diversi duelli e dalla ricerca immediata di un gioco verticale. Il Torino, in fase di possesso, porta diversi uomini nella metà campo offensiva, provando più volte il cross dalla trequarti destra con De Silvestri, ‘atteso’ da Biraghi, inizialmente basso sulla linea dei tre difensori centrali. Con il pallone a propria disposizione, l’Inter costruisce attraverso il palleggio dei tre difensori centrali - osservati dal solo Belotti - e di Brozovic, costantemente libero alle spalle di Verdi. Il croato, una volta in possesso della sfera, cerca subito la profondità, nel tentativo di premiare i continui movimenti dei due attaccanti. Il vantaggio nerazzurro, qualche istante dopo l’infortunio di Belotti, arriva su rinvio dal fondo granata, con il colpo di testa apparentemente innocuo di Vecino a trovare impreparato il terzetto difensivo avversario, lanciando Lautaro verso la porta difesa da Sirigu. I padroni di casa, costretti al primo cambio (dentro Zaza per il Gallo), aumentano la pressione, trascinata più da tanta corsa e fisicità che dalle idee. Gli ospiti rimangono compatti, dominando all’interno della propria area di rigore e accettando i duelli in mezzo al campo. Che vedono Vecino opporsi a Meitè, Barella a Lukic e Brozovic uscire sull’avanzamento di Baselli. Sul giro palla arretrato dei tre centrali granata, con il numero 23 sulla linea di Lukaku e Lautaro (in zona Izzo), il croato scala sulla mezzala serba. La manovra degli uomini di Mazzarri, portata avanti da un Baselli libero nella prima costruzione, si appoggia soprattutto sulle iniziative di Ansaldi, vivace ma ben ostacolato da D’Ambrosio. Gli uomini di Conte concedono soltanto qualche tiro dalla bandierina, provando a rendersi nuovamente pericolosi nella metà campo offensiva. Perfetta l’azione che porta al corner dal quale nasce il raddoppio firmato De Vrij. Il palleggio iniziato da Handanovic raggiunge prima Brozovic e poi Barella (‘abbandonato’ dall’uscita di Lukic sul croato), con il numero 23 bravo ad appoggiarsi su Biraghi e a proporsi in verticale sulla corsia mancina. Palla nuovamente in scarico a Brozo e cross perfetto per la testa di Lukaku. Sirigu salva e manda in angolo. Qualche ripartenza nerazzurra, alternata ai calci da fermo granata, portano all’intervallo. Non prima dell’infortunio di Barella, andato vicinissimo al terzo gol e sostituto da Borja Valero al duplice fischio dell’arbitro.
SECONDO TEMPO - Borja Valero in cabina di regia, Brozovic sul centro-sinistra. Questa la nuova disposizione della mediana nerazzurra, completata sul centro-destra da Vecino. Sponda granata, Meitè e Lukic invertono la propria posizione, duellando rispettivamente con il croato e l’uruguaiano. E provando, sulla costruzione dal basso ospite, ad alzare la pressione su Skriniar, Godin o i ‘quinti’ in abbassamento. Gli uomini di Mazzarri mostrano un atteggiamento maggiormente propositivo - in entrambe le fasi -, mentre quelli di Conte confermano la compattezza della prima frazione, accompagnata da una manovra ‘quasi’ sempre verticale, volta alla ricerca ‘quasi’ immediata del movimento ad allargarsi delle due punte. Brozovic domina per vie centrali e distribuisce palloni importanti, come quello per Lukaku al 55’. Trasformato dall’attaccante belga nel gol del 3-0. Vecino garantisce densità e fisicità, Borja e il numero 77 giocano con lucidità, e l’Inter doma e punisce un Torino tanto generoso quanto privo di trame utili per avvicinarsi alla porta difesa da Handanovic. Mazzarri passa al 4-3-3, inserendo Aina al posto di Bremer: il neo entrato e De Silvestri esterni bassi, Izzo-N’Koulou al centro della difesa, Ansaldi e Verdi ai lati di Zaza. L’aggiunta di un uomo sulle corsie esterne, che costringe Godin e Skriniar a qualche scalata laterale - in supporto a D’Ambrosio e Biraghi -, non cambia l’inerzia di un match ormai colorato interamente di nerazzurro. Caratterizzato da linee sempre più disunite e distanti tra loro nei padroni di casa, e dalla conseguente nascita di ‘nuovi’ spazi per le ripartenze ospiti. L’ingresso di Candreva per Lautaro, con la scelta di Conte di passare al 5-4-1 (soprattutto nella fase di non possesso, dove Il classe ‘87 e Brozovic giocano larghi davanti ai ‘quinti’), anticipa di qualche istante l’ultimo cambio modulo di Mazzarri. Berenguer prende il posto di Baselli e i padroni di casa passano al 4-2-3-1, con lo spagnolo, Verdi e Ansaldi alle spalle di Zaza. Su un terreno di gioco sempre più ‘pesante’, gli ultimi 20’ trascorrono tra iniziative ‘disperate’ degli avanti granata e possibilità di arrotondare ulteriormente il punteggio da parte di Lukaku e compagni. Dimarco fa il suo esordio (fuori D’Ambrosio) a pochi minuti dalla fine, al termine dei quali la Beneamata può festeggiare un successo importante. Adesso la Champions... con un occhio all’infermeria.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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