E’ la Roma capolista l’avversario dell’Inter per l’undicesima giornata di serie A. Dopo aver ritrovato la vittoria nello scorso turno contro il Bologna, Roberto Mancini vuole un nuovo successo che regalerebbe ai nerazzurri il primato in classifica. Sono molte le sorprese con cui il tecnico marchigiano si presenta al ‘Meazza’ in una notte che potrebbe dire molto sul ruolo dell’Inter in campionato. Rispolverato D’Ambrosio, viene tenuto sorprendentemente in panchina il bomber argentino Mauro Icardi. Davanti a Samir Handanovic, l’Inter si schiera con un 4-3-3 con Danilo D’Ambrosio terzino destro, Joao Miranda e Jeison Murillo centrali, Yuto Nagatomo a sinistra; Marcelo Brozovic, Gary Medel e Fredy Guarin compongono la linea mediana; tridente offensivo composto da Adem Ljajic, Stevan Jovetic e Ivan Perisic. Nessuna sorpresa invece nell’undici scelto da Rudi Garcia, con De Rossi che non recupera - Florenzi al suo posto - e Maicon ad agire sulla corsia di destra.

4-3-3 PURO, MA GRANDE ATTENZIONE ALLA FASE DIFENSIVA - Chi alla vigilia aveva ipotizzato un 4-4-2 con Brozovic largo a destra, viene smentito fin dai primi secondi di gara. I nerazzurri infatti si dispongono con un 4-3-3 puro, con Perisic inizialmente largo a destra, Ljajic a sinistra e Jovetic riferimento avanzato. L’avvio di gara vede un’Inter molto compatta e con il baricentro basso, quasi ad aspettare l’iniziativa giallorossa che però è affidata più alla verve di Gervinho e alle invenzioni - poche - di Salah che a un’idea di gioco ben precisa. L’assenza di De Rossi in mezzo al campo si fa sentire e la manovra non è sempre fluida come la Roma ha abituato in passato i suoi tifosi. L’Inter difende bene soprattutto nella zona centrale del campo, con Brozovic e Guarin che a turno si alzano su Nainggolan, in cabina di regia, per non dargli il tempo di ragionare ed impostare l’azione. Ottimo anche il lavoro degli esterni, con Ljajic e Perisic che ripiegano fin dentro la propria area per aiutare i due terzini nerazzurri, a fronteggiare la spinta non solo delle ali ma anche di Maicon e Digne, constantemente in propensione offensiva.

JOVETIC FALSO NUEVE, L’INTER NE BENEFICIA - Con il passare dei minuti l’Inter prende coraggio e alza il proprio baricentro senza scoprirsi troppo. I nerazzurri mostrano a tratti un gioco fluido e piacevole, dettato dai continui movimenti a uscire di Jovetic, che spesso va incontro ai centrocampisti per far ripartire l’azione. Molto più nel gioco di Icardi, le qualità del montenegrino esaltano gli inserimenti dei centrocampisti e la tecnica dei due esterni. Proprio da un pallone sulla trequarti raccolto dall’ex Manchester City, dopo un fraseggio sull’asse Guarin-Perisic, nasce il vantaggio dell’Inter: appoggio perfetto per l’inserimento di Medel che di prima intenzione scarica all’angolino basso alle spalle di Szczesny.

ESCE MEDEL, NERAZZURRI IN DIFFICOLTA’ - Il secondo tempo si apre con una brutta notizia per Roberto Mancini: l’autore del gol, Gary Medel, è costretto a uscire per un dolore alla schiena; al suo posto entra Kondogbia. L’impatto del francese sulla gara non è dei migliori. L’Inter abbassa molto il proprio baricentro e la Roma si affaccia pericolosa dalle parti di Handanovic, bravo in più di una circostanza a salvare il risultato. Garcia ci crede e inserisce Iago Falque al posto di un Florenzi sovrastato dalla fisicità di Guarin. Lo spagnolo va a schierarsi nel ruolo di interno sinistro, con Pjanic sul centro-destra. Mancini risponde con Palacio al posto di Jovetic, stremato dal grande lavoro per la squadra.

L’ESPULSIONE DI PJANIC CHIUDE LA GARA - Al 73’ Pjanic, ammonito nel corso del primo tempo per proteste, interrompe un contropiede dell’Inter con un fallo di mano: secondo giallo e rosso per il calciatore bosniaco. Garcia corre ai ripari con Vainquer al posto di Dzeko per una Roma che si ridisegna con il francese in mediana, Nainggolan e Iago Falque interni di centrocampo e Salah-Gervinho di punta. Mancini sceglie di blindare il risultato inserendo Ranocchia al posto di D’Ambrosio, con Murillo che scala sulla fascia destra. I nerazzurri iniziano a far girare il pallone con grande tranquillità affondando di tanto in tanto il colpo senza però riuscire a chiudere la partita. A 6’ dal termine Garcia prova il tutto per tutto inserendo Iturbe al posto di Gervinho, ma il risultato non cambia.

LA VITTORIA DI MANCINI - Le scelte del tecnico marchigiano hanno sorpreso un po’ tutti gli addetti ai lavori. Santon e Juan Jesus sembravano sicuri di una maglia, così come Mauro Icardi al fianco di Jovetic in attacco. Mancini invece ricorre con successo alla freschezza e alla dinamicità di D’Ambrosio e Nagatomo, con il giapponese in particolare che riesce ad annullare la velocità di Gervinho. Il vero capolavoro, però, il Mancio lo compie a centrocampo: Nainggolan, Pjanic e Florenzi vengono oscurati dal grande lavoro svolto dai centrali nerazzurri, con i due interni di centrocampo che in fase di non possesso, come un pendolo, si alzano e si abbassano a seconda della posizione del pallone, accompagnando poi l’azione durante le ripartenze affidate al trio dinamico Ljajic-Jovetic-Perisic. I tre slavi non danno mai punti di riferimento alla retroguardia della Roma, intercambiandosi e uscendo spesso dalla zona calda per proteggere il pallone e far salire la squadra.

Sezione: Angolo tattico / Data: Dom 01 novembre 2015 alle 01:30
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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