"Per alcuni versi, Inter-Udinese di ieri è stata una partita d’altri tempi. Entrambe schierate con la difesa a tre e con cinque centrocampisti, le due squadre si sono a lungo annullate, perché il confronto uomo contro uomo ha esaltato chi - in questo caso l’Udinese, in contenimento - ha fatto meglio il proprio dovere". Questo quanto spiega oggi la Gazzetta dello Sport nella sua analisi tattica della partita del Meazza. "In situazione di questo genere, a fare la differenza sono il movimento senza palla o le qualità individuali. Che all’Inter non mancano, negli uomini, ma sono mancate ieri sera. Chi aveva il compito di saltare l’uomo e creare dunque la superiorità numerica non ha fatto abbastanza. Un numero è particolarmente indicativo. I dribbling sbagliati, 18 su 23 tentati: in particolare 4 su 4 da Nagatomo, 4 su 5 da Guarin, 2 su 2 da Alvarez. L’argentino era stato messo in campo da Mazzarri proprio per le sue abilità nell’uno contro uno e anche per cambiare qualcosa sulle linee tattiche. Appena entrato, in effetti, Ricky è avanzato per creare il due contro uno a destra e portare fuori un difensore. Ma contro squadre così ben coperte dietro e così brave ad accorciare e chiudere spazi, l’inserimento dei centrocampisti diventa fondamentale. Proprio Hernanes, ancora in maglia Lazio, aveva deciso la partita di Udine: doppio passo sul difensore e tiro da fuori. Ieri? Un solo dribbling, sbagliato, e due conclusioni: una su punizione, una fermata da Scuffet. Ma a questo vanno aggiunte anche 28 palle perse. Troppe, soprattutto perché nella ripresa il Profeta ha giocato da regista aggiunto, ma con ritmo troppo compassato. L’Inter ha sempre affrontato l’Udinese a difesa schierata, perché la trasmissione del pallone non è mai stata veloce abbastanza". 

Sezione: News / Data: Ven 28 marzo 2014 alle 20:14 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
vedi letture
Print