Joe Barone, dg della Fiorentina intervistato da TMW Radio, ha parlato del presente e del futuro del calcio italiano: "Siamo fiduciosi. Ovviamente la salute è la cosa più importante. Ieri siamo stati tutti molto, molto uniti: vedo una Lega compatta, anche Luigi De Siervo, Paolo Dal Pino e tutto il loro staff. Aspettiamo il Governo".

Le hanno detto di giocare al centro-sud?
"Al momento in Lega non se ne è mai parlato, e su questi dettagli non siamo mai entrati. Noi siamo pronti per tornare a giocare".

Come andrà a finire la questione delle scadenze contrattuali?
"La scadenza di giugno è uno dei tasti più delicati di questa ripartenza. Ci sono tanti altri aspetti che a livello di Lega discutiamo tutti assieme, perché la soluzione deve essere per tutto il sistema, e non solo per la Fiorentina. Da quando sono arrivato mi sto impegnando a capire come funzionano le cose per dare il contributo. Ho trovato persone preparate, De Siervo e Dal Pino, Gravina e tutti i loro staff. Il calcio deve avere maggiore autonomia quando si tratta di determinate soluzioni. Ho visto però che siamo capaci anche noi di fare squadra, e se continuiamo su questa linea arriveremo presto a risultati che guardino al bene complessivo del calcio senza i singoli interessi dei club".

Che riforme deve fare l'Italia? Serve snellire la burocrazia?
"La domanda è importante, questa situazione che ha sconvolto le nostre vite prima di tutto ha fatto capire le reali priorità. Dopo la salute, viene il lavoro. Il mondo del pallone dovrà rivedere tante cose, fare tesoro delle indicazioni e delle analisi fatte. Nel 2018/19 la Fiorentina ha avuto un fatturato di 93 milioni di euro. Senza prendere squadre troppo blasonate, faccio l'esempio dell'Everton, hanno fatturato 213 milioni. Il calcio italiano oggi, e non solo la Fiorentina, senza uno stadio di proprietà non può competere. Non si può sperare di competere con club che hanno preso questo vantaggio economico dalle altre, dobbiamo avere leggi e percorsi più facili e accessibili per le infrastrutture. Per anni il calcio non ha calcolato la sostenibilità per il futuro: anche noi dobbiamo mettere le basi per garantire al club un futuro sostenibile. Anche Giovanni Malagò più volte ha detto che il grosso problema sono le infrastrutture e che il Governo deve intervenire più presto possibile".

Può cambiare qualcosa anche per i diritti tv?
"La Serie A sta facendo un lavoro incredibile, cercando di mettere tutti d'accordo. Il calcio italiano deve recuperare il terreno perso, dobbiamo trovare soluzioni per far tornare il prodotto Serie A tra quelli più interessanti e richiesti. Siamo indietro, ma possiamo recuperare il distacco. Sono positivo, ho già espresso il poter dare il mio aiuto ai gruppi di lavoro. Non dobbiamo metterci in condizione di far scappare gli investitori stranieri. Al di là dei diritti tv, il futuro del calcio italiano passa per le infrastrutture".

Come vi comporterete sul taglio stipendi?
"Ci vorrà un pochino di tempo ma discutiamo in maniera costruttiva e sono fiducioso che ci arriveremo al più presto".

Sezione: News / Data: Gio 23 aprile 2020 alle 07:30
Autore: Egle Patanè / Twitter: @eglevicious23
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