Wesley Sneijder è stato uno dei giocatori migliori del 2010 a livello mondiale. La rivista inglese FourFourTwo, che lo ha intervistato, lo posiziona al quinto posto tra i giocatori dell'anno. Senza dubbio però, tra i giocatori di primo livello, è stato quello a fare il salto di qualità maggiore. Nel suo processo di crescita per diventare uno dei migliori, grande importanza va data a José Mourinho: "Ovviamente mi ha aiutato molto a diventare un top player". Poi Wesley continua ad elogiare José, così come aveva fatto alla premiazione durante il Pallone d'Oro, in cui lo aveva commosso: "Mourinho è straordinario. Sono davvero contento di aver lavorato con lui. E' stato solo per un anno, ma abbiamo vinto tutto! E' pazzesco lavorare con lui, perché è incredibile vedere come sappia fare presa su ogni giocatore. Sa leggere nella tua testa, sa esattamente a cosa stai pensando, sa tutto quello che vuoi fare. E' un grandissimo allenatore, direi che è il migliore che abbia mai avuto".

Nei successi dell'Inter, Sneijder pensa la chiave sia stata l'approccio mentale: "Quando ho iniziato a giocare all'Inter ho fatto delle grandi partite, ma non per tutta la stagione. L'intensità andava e veniva, e io volevo che rimanesse allo stesso livello, cioè a un livello superiore. Quando diventi più vecchio, anche se io ho ancora 26 anni, devi rimanere costante in tutte le partite; questo ho cercato di fare l'anno scorso e lo farò fino alla fine della mia carriera. Penso che la chiave sia la preparazione mentale: imparare ad essere concentrato in ogni momento chiave". Una concentrazione che ha avuto tutta la squadra: "L'anno scorso ci rimanevano otto partite da giocare: se le avessimo vinte, avremmo fatto il triplete. Ci siamo detti: "Ragazzi, sono solo otto partite, nient'altro: otto partite e se le vinceremo faremo il triplete". E siamo andati avanti di partita in partita. E se sei concentrato, poi sei sicuro che potrai avere successo. Se sei nervoso o confuso riguardo al tuo obiettivo, qualcosa potrebbe andare storto. Ma noi abbiamo gestito la pressione in un modo fantastico. E' strano, però, perché non sono mai nervoso. Ero più nervoso al mio matrimonio che durante le due finali che ho giocato l'anno scorso, vi rendete conto! Io ho sempre le stesse sensazioni, nella finale di Champions e del Mondiale o contro una squadra di metà classifica".

Alla fine ripercorre anche i suoi inizi per strada, quando a quattro anni era già il più forte di tutti: "Ho iniziato a giocare a calcio per strada quando avevo solo quattro anni e volevo giocare sempre contro ragazzi più grandi. Questo non è perché io volessi diventare più forte, ma perché quando avevo quattro anni giocavo già bene e non potevo sfidare i miei coetanei. Come mio figlio adesso: lui ha quattro anni e quando gioca a calcio per strada è molto meglio dei bambini della sua età. Quindi giocavo sempre coi ragazzi più grandi e questo mi ha reso più forte. Quando tornavo da scuola alle 3, giocavo in strada anche fino alle 11".

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Sezione: In Primo Piano / Data: Sab 15 gennaio 2011 alle 09:01
Autore: Guglielmo Cannavale
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