Conquistare tutto a suon di velocità. Quant'è astuto questo rettilineo finale, non si fa scoprire. L'incognita è lì, sovrasta ogni certezza strutturale, ogni metro di percorso. Milan e Inter si osservano di sbieco, è il fascino dalla volata. Non è concesso sfiorare i freni. Tagliare le curve serve solo ad allontanare il destino beffardo pronto ad aleggiare sui pedali di entrambe. Quel tanto che basta per alzare le braccia e sentirsi liberi, lontani e ritrovati. L'occhio è fisso sulla linea d'un traguardo che pian piano incombe nella sua lenta spazialità, ma del presente è soltanto un miraggio in grado di tagliare l'aria con nobil vigore.

Per ricalibrare le sorti del vento tocca svettare. Non è facile, quando il fiatone è intenso, la pressione s'impenna e perfino le ambizioni si trasformano in spigoli teorici. Razionalità o istinto? Quando il sudore travalica il collo e raggiunge la fronte, vale tutto. Tra poco si parte, per non fermarsi più. Lo senti il rumore del vento, quel cielo terso, il mare placido. Immagini la luminosità dell'orizzonte più luminoso, odori quel suono sinfonico, senti che la gioia è lieve e potente. La strada spiana, scopri che è meglio attendere l'attimo giusto per battezzare la ruota vincente. Come due fuggitivi che non si danno i cambi in un finale convulso, Milan e Inter si fiancheggiano. Un'occhiata e giù, a montare il rapportone. Ci vuole la testa, ci vogliono le gambe.

Soleggiato e polveroso, quel sentiero. Procederlo senza spasmi, con cautela e progressione, pulsazioni in ascesa e cuore in gola. Quant'è imprevedibile l'elettricità, che nutre i sentimenti più profondi dell'universo dei calciofili. Dove l'ingrediente prediletto corre sul filo dell’imperfezione, nel continuo fluire soggetto al divenire. Gambe che ruotano come turbine. Fase di studio, non c’è surplace. Tutti sono concentrati, c’è silenzio. Fuori dalle transenne s'intuisce quel vociare caotico di grida che salgono, salgono ancora. Come i watt dello sprint. Il Milan è davanti, il suo sguardo è fisso sulla ruota anteriore dell'Inter, ben salda sul sellino. Tre partite e l'affondo ancora non parte. Eccolo lì. O forse no. Rossoneri sui pedali, con movimenti tutt'altro che sciolti. L'avanguardia è sovrana: l'Inter ha un fare statuario, resta mezza bicicletta da recuperare. L'urlo di furore è appena dietro l'angolo. Ancora da esplorare.

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Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 02 maggio 2022 alle 08:15
Autore: Niccolò Anfosso
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