L'Inter sfiora l'impresa, asfalta la Juventus 3-0 e ritrova se stessa. E questo, forse, vale più di una finale di Tim Cup in questo momento della stagione. "Ci sono ancora vita e sprazzi di gioia sul pianeta nerazzurro. La qualificazione alla finale s’era avviata per altre strade all’andata. Era l’orgoglio da mostrare, la faccia da salvare, nessuno chiedeva un’impresa. Era abbastanza piantare il primo chiodo per provare a risalire dopo essere caduti nel burrone più profondo". Così il Corriere della Sera analizza il match di ieri sera. "Missione difficile, la Juve aveva già smembrato l’Inter due volte, mollando cinque schiaffoni: 3-0 in Coppa Italia e 2-0 in campionato. E in un San Siro quasi più bianconero che nerazzurro, per la presenza di tantissimi juventini di Milano, l’ambiente poteva diventare una tonnara dove sfogare rancori e frustrazioni. E invece è stata pace con il pubblico che ha riabbracciato la sua Inter. Le gioie cicatrizzano anche le più profonde ferite dell’animo. Con il gol Brozovic è subito tornato Epic e ha sciolto l’ansia di dover vedere un’altra volta una squadra slabbrata, la traversa di Ljajic ha smosso un moto di rimpianto impensabile alla vigilia. La curva ha ringraziato, festeggiato e a fine primo tempo ha cominciato a credere all’impossibile. Al raddoppio di Perisic i nerazzurri erano di nuovo eroi. Al 3-0 i tifosi sentivano già il profumo di una nuova primavera. Poi la gelata dei rigori, quello decisivo di Bonucci. In finale s’accomoda la Juventus, nella testa a tutti resterà a lungo la notte dell’Inter". 

Sezione: Focus / Data: Gio 03 marzo 2016 alle 08:15 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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