"Messi all'Inter? Magari". Al tramonto di luglio, in piena sessione di mercato estiva, Marco Tronchetti Provera ha deciso di montare in sella al solito cavallo di battaglia parlando per l'ennesima volta del suo sogno di vedere la Pulce argentina vestita di nerazzurro. Una boutade che va presa come tale, ma che nell'era in cui ogni virgola viene passata al microscopio va contestualizzata: l'amministratore delegato di Pirelli, infatti, pur volando con la testa fra le nuvole con un'idea che accende la fantasia, ha precisato che il primo interlocutore con cui il club nerazzurro deve relazionarsi in questi anni è la Uefa, inflessibile nel far rispettare il Settlement Agreement stipulato ormai tre anni fa: "Appena il fair play finanziario lo permetterà, mi auguro che Suning faccia il colpo". Un auspicio da realizzare in un tempo imprecisato, comunque non a breve termine, che i tifosi si augurano si avveri come la profezia di Andrea Agnelli che cinque anni fa – secondo i racconti – disse ai suoi che in un lustro la Juve sarebbe riuscita ad acquistare il giocatore più forte del mondo.

E nasce proprio dal battezzato affare calcistico del secolo, Cristiano Ronaldo in bianconero, il desiderio recondito di risposta del tifoso della Beneamata all'avversario storico: non ci sarebbe niente di meglio che neutralizzare il nemico sportivo di sempre comprando il cinque volte Pallone d'Oro del Barcellona, l'anti-CR7, appunto. "Messi? Come dire di no a Messi? Se ci fosse un'operazione del genere, i tifosi sarebbero entusiasti". ha aggiunto l'imprenditore italiano vestendo i panni del moderno Monsieur Lapalisse. Un'ovvietà che si scontra con l'altrettanto scontata situazione finanziaria del club di Corso Vittorio Emanuele II agli occhi di Nyon: 'solo prestiti moderatamente onerosi con diritto di riscatto' è la frase introduttiva che utilizza Piero Ausilio dopo i saluti di rito appena si siede al tavolo delle trattative. Non proprio le condizioni più favorevoli per contrattare il trasferimento a Milano del diez blaugrana, nel cui contratto – tra l'altro – è inserita una clausola da 700 milioni di euro. Cifre folli persino per gli sceicchi del Psg che, al più, dribblano le ferree regole del massimo organismo del calcio europeo prelevando in prestito per un anno Kylian Mbappé dal Monaco con la promessa di pagare 180 milioni di euro per riscattarlo l'anno successivo.

Nella testa di Zhang Jindong, ora come ora, non balena nemmeno in testa l'idea di pensare a questi escamotage, anche se nel do ut des Suning-Inter il patron cinese di recente non ha nascosto il suo obiettivo primario per quel che concerne l'impegno della sua azienda nel mondo del calcio: "Gli investimenti di Suning permetteranno all’Inter di tornare ai suoi giorni di gloria". Nei ruggenti anni '80-'90-2000, però, gli allora padroni del calcio non dovevano contrastare l'ascesa dei petrodollari come accade adesso. Bastava essere ricchi, in una sfida al rilancio a oltranza mossa dalla passione o dal ritorno di immagine di un'unica persona. La concorrenza spietata di nuovi soggetti palesatisi sul palcoscenico del Gioco più del mondo e l'aumento dei costi sui ricavi sempre più diseguali tra le varie leghe ha fatto il resto, portando all'estinzione dei magnati. Massimo Moratti prima e Silvio Berlusconi poi sono gli ultimi due capostipiti dell'impresa a conduzione familiare che hanno dovuto abdicare forzatamente. Per far posto a gente con le spalle più larghe economicamente come Mr. Zhang che, nel caso specifico, avendo ereditato una posizione non facile da Erick Thohir, ora sta aumentando in maniera esponenziale i ricavi, oltre ad aver emesso bond da 300 milioni di euro in modo da rendere la società autonoma finanziariamente.

Una strategia che ha permesso all'Inter di incrementare i suoi introiti derivanti dalle sponsorizzazioni e dal merchandising di 75.2 milioni di euro (+137%). Un balzo importante che è valso ai milanesi il 15° posto nella Deloitte Football Money League 2018 relativa al periodo 2016-2017. Un dato destinato a crescere, anche – si augurano i nerazzurri – trainato dai risultati sportivi. Lasciando da parte le visione messianiche di fine luglio, per sondare il mercato reale dei giocatori prendibili: da Sime Vrsalijko ad Arturo Vidal, due obiettivi sensibili che possono rinforzare seriamente la rosa di Luciano Spalletti che attualmente presenta ancora delle lacune. Che nemmeno Messi potrebbe risolvere tutte insieme (l'Argentina versione Russia 2018 insegna). Nessun giocatore presente sul globo terracqueo può cambiare da solo le sorti di una squadra a livello tecnico, al contrario può essergli fatale dal punto di vista del bilancio. L'obiettivo del club, quindi, è provare a crescere gradualmente arrivando a permettersi spese fuori dall'attuale contesto in cui vive adesso. MessiCo e nuvole, dove l'amore (per Messi) è di contrabbando ed è meglio star seduti a guardare il cielo per mirar le stelle, con il desiderio di raggiungerle un giorno.

VIDEO - VIDAL, MAGIA IN ALLENAMENTO ASPETTANDO NOVITA'

Sezione: Editoriale / Data: Gio 26 luglio 2018 alle 00:00
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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