È ufficialmente nata giovedì sera la Serie A 2018-2019: il rito dei calendari si è consumato e con esso sono iniziati i lavori di studio per far combaciare le agende quotidiane con gli impegni della propria squadra, aspettando ovviamente le pick delle pay tv e i corrispettivi spostamenti lungo l’infinita griglia di fasce orarie che da questa stagione caratterizzerà l’andamento del massimo campionato italiano. L’attenzione principale, fin quasi ai limiti dell’esagerazione, era rivolta al teatro dove sarebbe andata in scena la prima di Cristiano Ronaldo con la maglia della Juventus. A spuntarla è stato il Bentegodi di Verona, lo stesso stadio dove, il 16 settembre 1984, Diego Armando Maradona recitò la sua première italiana con la maglia del Napoli. I tifosi bianconeri devono solo augurarsi che il risultato sul campo sia diverso, visto che i partenopei uscirono sconfitti per 3-1 contro l’Hellas di Osvaldo Bagnoli che poi vinse un clamoroso scudetto. Altri tempi…

Ma mentre l’Italia nazionalpopolare pallonara era in altre faccende affaccendata, in casa Inter si guardava a quello che sarebbe stato il suo, di cammino. Stagione importante, quella che sta per iniziare, come più volte rimarcato dai diretti interessati, dall’ad Alessandro Antonello in primis. Dopo l’annata del ritorno in Champions acciuffato al termine di un elettrizzante e schizofrenico sprint culminato nell’ultima gara dell’Olimpico, adesso l’Inter, tornata a riveder le stelle, punta a restarci in mezzo a quelle stelle, cercando di fare uno step in avanti, se non più di uno, in campionato, e di consolidare la propria presenza nel massimo torneo europeo, dove si punta a ben figurare anche in barba alle dannate restrizioni d’organico imposte dall’Uefa che portano a dover creare una lista col bilancino. Che calendario ha regalato all’Inter il computer della Lega? Verrebbe da dire, usando un termine secco, un po’ ‘birichino’.

L’inizio della stagione sarà perlomeno particolare: nell’anno in cui a fare la parte del leone tra le regioni italiane sarà l’Emilia Romagna con quattro formazioni al via, l’Inter espleterà la pratica emiliana nel breve volgere di otto turni. Si parte da subito con la trasferta di Reggio Emilia contro quel Sassuolo ormai diventato un tabù per l’Inter; esemplare in tal senso il monito lanciato da Luciano Spalletti che punta chiaramente ad ‘aiutare’ il patron neroverde Giorgio Squinzi a non imbrattare il muro del proprio ufficio coi quadretti dedicati ai successi contro i nerazzurri. Dopo il primo impegno interno col Torino, importante se non altro per il ritorno da avversario di Walter Mazzarri a San Siro dopo il boccone amaro rifilato a Spalletti nell’ultimo campionato, altri due impegni con tortellini e Lambrusco sul tavolo: il Bologna alla terza e il Parma alla quarta. All’ottava giornata, poi, la sfida alla Spal, che anticiperà la prima salita della stagione con il derby col Milan e la sfida alla Lazio nel breve volgere di una settimana.

Ma, come si suol dire, il veleno sarà tutto nella coda: l’ultima fase di campionato sarà quella teoricamente più ostica per i nerazzurri, che nelle ultime sei giornate dovranno affrontare le principali rivali per la corsa ai primi posti. A stretto giro di posta le sfide contro la Roma, dove a inizio dicembre andrà in scena all’Olimpico una sfida che dopo il cambio di maglia di Radja Nainggolan assumerà ulteriori significati, e Juventus. Entrambe in trasferta all’andata, e soprattutto incastonate in mezzo agli ultimi due turni di Champions League, quelli presumibilmente decisivi per la qualificazione agli ottavi di finale. Dulcis in fundo, alla penultima, l’incrocio col Napoli di Carlo Ancelotti, indubbiamente la gara più pepata del Boxing Day all’italiana, grande novità introdotta a furor di popolo seguendo l’esempio storico della Premier League, prima dell’ultimo atto contro l’Empoli.

Insomma, sarà un calendario da nervi d’acciaio, da mantenere nella fase iniziale quando il cammino potrà sembrare più leggero ma senza dimenticare che quest’anno bisognerà tornare a fare i conti con il doppio impegno tra campionato ed Europa, eventualità alla quale comunque l’Inter sta cominciando a fare il callo visti gli impegni ravvicinati in queste prime amichevoli estive; come nella parte finale, dove ci si giocherà tutto contro le presunte dirette concorrenti. Un campionato da guerrieri, come lo è il Ninja Nainggolan, come lo è Marcelo Brozovic e come lo sarebbe anche quell’Arturo Vidal per il quale l’Inter ha provato un assalto che però rischia di scontrarsi con le volontà, più che del giocatore e del Bayern Monaco ben propenso a lasciarlo partire, del suo agente che pare preferire altre piste più remunerative.

Il classico gioco del ‘follow the money’ che rischia di privare l’Inter di un tassello anelato da tanto tempo e che questa volta sembrava davvero vicino, e che soprattutto avrebbe consentito di completare la rosa nel migliore dei modi, visto che la strada per l’arrivo di Sime Vrsaljko, sostituto designato di Joao Cancelo (a cifre più basse) sembra ormai spianata. Luciano Spalletti ha sottolineato come manchino ancora un paio di pedine, il tempo comincia a stringere e resta da capire se e come si possono creare quelle situazioni più volte descritte dal tecnico di giocatori in cerca di soluzioni diverse, anche all’ultimissimo momento. Perché se il mercato è un ambiente dove bisogna essere bravi a cambiare prontamente biglietto sarebbe un peccato vedersi sfuggire l’ultimo treno sotto il naso.

I direttori lavorano e vanno lasciati lavorare, come dicono tutti. Del resto, sin qui il lavoro è stato ottimo e non c’è ragione di dubitare che la volontà sia quella di chiudere al meglio il cantiere. Intanto, questa sera ci sarà un primo assaggio di grandeur europea nel debutto nella International Champions Cup, a Nizza contro il Chelsea di Maurizio Sarri, per un’Inter ancora in fase di rodaggio e con qualche elemento fermo ai box. I Bleus non disputeranno la prossima Champions ma rimangono comunque un banco di prova importante. Ci sarà da lottare, in un’annata che si preannuncia particolarmente piccante; meglio abituarsi da subito, e benvenute anche le botte prese martedì a Sheffield; prima si abbassa l’elmetto per caricare e meglio è.

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Sezione: Editoriale / Data: Sab 28 luglio 2018 alle 00:00
Autore: Christian Liotta / Twitter: @ChriLiotta396A
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