C'era una volta l'Inter leggendaria. Quella di Roma, di Siena, di Madrid. Quella regina, sul tetto d'Italia, d'Europa e del Mondo. L'Inter più bella di sempre, al pari di quella di HH. Comun denominatore il nome della famiglia Moratti. E non può essere un caso. Quell'Inter adesso non c'è più. E' passata per l'addio traumatico di Mourinho, per le incomprensioni con Benitez, per gli sbalzi umorali di Leonardo, per l'imbarazzante mini-era Gasperini, per la tentata ristrutturazione di Ranieri e per l'inesplosa potenzialità di Stramaccioni. Con Mazzarri, il passato sembra esser stato definitivamente messo da parte e il 'rumore dell'amico' è sempre più un eco lontano. La disintossicazione è praticamente completata. Ed è un bene. Dimenticare mai, mettere alle spalle sempre.

Un passaggio doloroso che vedrà il suo ultimo atto andare in scena al momento di tagliare il cordone ombelicale che lega il club a quei giocatori che più di tutti hanno scritto pagine fondamentali per i successi recenti. Il riferimento, chiaramente, va ai cosiddetti 'senatori', coloro che hanno rappresentato la spina dorsale dell'Inter in tutti questi anni, passando dalle sconfitte più cocenti alle vittorie più inimmaginabili.

E l'eventualità che la grande maggioranza di loro dirà addio al nerazzurro alla fine di questa stagione non è così remota. Zanetti, Cambiasso, Samuel, Chivu e Milito sono cinque dei sette giocatori della rosa che vanno in scadenza nel prossimo giugno (gli altri due sono Castellazzi e Mariga). Stiamo parlando di cinque colonne, dello spirito interista al livello massimo. Cinque Samurai.

Ma il campo, in questa stagione, sta dando risposte in tal senso. Di fatto, il solo Cambiasso sta trovando ampio spazio. Gli altri, tra infortuni e condizione fisica da affinare, sono ai margini del progetto tattico di Mazzarri. Non ci stupiremmo se a fine anno Zanetti e Samuel dovessero lasciare l'attività agonistica, così come non ci stupiremmo se Milito dovesse scegliere di chiudere la carriera nel suo Racing Avellaneda o se Chivu volesse cambiare campionato per gli ultimi anni da professionista. Anni e anni di battaglie si fanno sentire per tutti e, senza essere cinici, i tanti milioni pagati per chi offre un contributo pressoché misero non sono più giustificabili: si parla di circa 30 milioni lordi all'anno per gli ingaggi. Lo sa Moratti, lo sa Thohir. E lo sanno anche loro.

C'era una volta l'Inter leggendaria. E ci sarà sempre. Ciò che è stato compiuto, non si cancellerà mai.

Sezione: Editoriale / Data: Mar 15 ottobre 2013 alle 00:01
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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