Nel posticipo della diciassettesima giornata di serie A, l’Inter è di scena al ‘Meazza’ contro la Lazio. Anche per l’ultima gara dell’anno, non mancano le sorprese da parte di Roberto Mancini che lascia fuori Marcelo Brozovic, annunciato come titolare durante la conferenza stampa della vigilia. Davanti a Samir Handanovic è ancora una volta 4-2-3-1 con Martin Montoya a destra, Joao Miranda e Jeison Murillo centrali, Alex Telles a sinistra; Gary Medel e Felipe Melo in mediana; Jonathan Ludovic Biabiany, Stevan Jovetic e Ivan Perisic i tre trequartisti alle spalle di Mauro Icardi. Nella Lazio il tecnico Stefano Pioli sceglie il tridente formato da Candreva, Matri e Felipe Anderson.
BRUTTA PARTENZA, LAZIO AVANTI - Parte male l’Inter che si ritrova sotto già al 5’, grazie a un gran tiro dal limite di Candreva che fulmina Handanovic sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Male nella circostanza Biabiany, che si dimentica completamente del centrocampista romano solissimo al limite dell’area di rigore.
2 Vs. 3 A CENTROCAMPO, L’INTER SOFFRE - Negativa la gara dei nerazzurri soprattutto nel primo tempo, quando il centrocampo biancoceleste composto da Milinkovic-Savic, Biglia e Parolo sovrasta numericamente e tecnicamente la mediana dell’Inter. Felipe Melo e Medel non riescono quasi mai a gestire il pallone con tranquillità, a causa del pressing asfissiante dei tre laziali, coadiuvati anche dall’ottimo lavoro difensivo di Candreva e Felipe Anderson, per un centrocampo che diventa a 5 in fase di non possesso, e il gioco dei nerazzurri si svolge prettamente con lanci lunghi dalle retrovie per la testa di Jovetic e Icardi.
ICARDI TROPPO STATICO - Le difficoltà nel fare gioco dei nerazzurri nascono anche a causa di un attacco troppo statico. Ad essere richiamato dal Mancio è soprattutto Mauro Icardi, reo di fare troppo poco movimento per liberarsi dalla morsa di Mauricio e Hoedt.
ENTRANO LJAJIC E BROZOVIC, MAURITO IN GOL - Nel secondo tempo, l’Inter prova ad alzare il proprio baricentro, ma i biancocelesti soffrono poco o nulla. Mancini allora corre ai ripari e passa al 4-3-3 inserendo Brozovic e Ljajic per Jovetic e Biabiany. Il serbo si dispone a sinistra del tridente completato da Icardi e Perisic, mentre l’ex Dinamo Zagabria si dispone sulla mezzala di sinistra, con Medel mezzo destro e Felipe Melo davanti alla difesa. Passano tre minuti e il cambio tattico sembra dare i suoi frutti: a realizzare la rete del pari è Mauro Icardi, che raccoglie un assist perfetto di Perisic e batte Berisha con un preciso rasoterra.
NONOSTANTE IL PARI RIMANE LA CONFUSIONE - L’1-1 è solo un’illusione per i nerazzurri. Il gioco rimane confusionario e poco incisivo, con il centrocampo in completo dominio laziale, grazie alle geometrie di Biglia e alla corsa di Parolo e Milinkovic. Al 74’ Pioli inserisce Djordjevic per Matri e nove minuti più tardi è il turno di Keita, che sostituisce Felipe Anderson.
MELO, CHE DISASTRO - Dopo un primo tempo trascorso in grande difficoltà, sovrastato dalla mediana biancoceleste e richiamato a più riprese da Mancini, il centrocampista brasiliano compie la vera frittata a 5’ dal termine dell’incontro, entrando in maniera sconsiderata in area di rigore su Milinkovic e causando il calcio di rigore decisivo. Altri 3’ e l’ex Galatasaray si fa anche espellere per un’entrataccia su Biglia a concludere una serata nerissima per lui e per l’Inter.
PALACIO ENTRA TARDI, VINCE LA LAZIO - Pochi istanti prima dell’espulsione di Melo, Mancini aveva esaurito le sostituzioni con Palacio, subentrato a Alex Telles per un’Inter a trazione anteriore. In pieno recupero anche Pioli opera il terzo cambio, inserendo Patric per Candreva. Mazzoleni ristabilisce la parità numerica mandando Milinkovic anzitempo sotto la doccia, ma nonostante i 7’ di recupero, i nerazzurri non riescono mai a creare pericoli dalle parti di Berisha.
INTER BRUTTA E SVAMPITA, MALE IL MANCIO - Oggi le scelte non hanno premiato. Dopo mesi in cui il tecnico marchigiano aveva abituato tifosi e addetti ai lavori a sorprese positive e, molto spesso, vincenti, quest’oggi la strategia del Mancio non ha funzionato. Forse con la testa già in vacanza, i nerazzurri scesi in campo contro la Lazio per l’ultima dell’anno sono sembrati fin dai primi minuti poco attenti e determinati. Il peggiore in questo senso è stato proprio Felipe Melo che, come detto, è stato più volte richiamato dallo jesino a ‘svegliarsi’ e ad entrare in partita. L’errore forse più grande di tutta la gara è quella di non aver tolto l’ex Fiorentina, Juventus e Galatasaray, nervoso fin dall’inizio e completamente avulso dal gioco, come se stesse giocando una gara personale contro i biancocelesti. Perplessità anche sull’impiego di Montoya, troppo timido contro Felipe Anderson, e Biabiany, mai nel vivo del gioco, un passo indietro rispetto alle recenti prestazioni.
Autore: Lorenzo Peronaci / Twitter: @lorenzoperonaci
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