I sedicesimi di Europa League e il Rapid Vienna attendono l’Inter. Nerazzurri reduci dal successo di Parma, ma ridotti ai minimi termini: lista UEFA, squalifiche, infortuni e ‘Icardi’ limitano le scelte di Spalletti. Nel 4-2-3-1 del tecnico di Certaldo, rientrano Borja Valero, davanti alla difesa, e Politano, nel trio alle spalle dell’unica punta Lautaro Martinez. De Vrij-Miranda la coppia di difesa, Cedric-Asamoah quella degli esterni difensivi. Padroni di casa schierati a specchio, con il tecnico Kühbauer che si affida al norvegese Berisha in attacco. Grahovac-Ljubicic in mediana, panchina per l’ex della gara Knasmullner.
PRIMO TEMPO - Il Rapid aspetta all’interno della propria metà campo, l’Inter gestisce il possesso attraverso un giro palla in ampiezza, intento a portare tanti uomini in zona palla lungo una corsia laterale, cambiando poi gioco per liberare la catena sull’out opposto. Cedric e Politano combinano bene, Perisic si propone con continuità, ma negli ultimi metri mancano i movimenti e le giocate utili a creare la superiorità numerica, a riempire l’area di rigore. In assenza del sostegno degli esterni offensivi, superati dal primo step della manovra ospite, fondamentale risulta il lavoro dei due centrali difensivi neroverdi, con Hofmann e soprattutto Sonnleitner bravi a scegliere il tempo in cui aprirsi in aiuto ai terzini, limitando la pericolosità nerazzurra anche nella loro alternativa di gioco, l’attacco alla profondità una volta attirati gli avversari dentro la propria metà campo. Più duelli individuali caratterizzano invece la zona mediana. Su Borja Valero, regista posizionato sul centro-sinistra, esce il centrocampista più avanzato Schwab, su Nainggolan (trequartista) si incolla Grahovac, mentre Ljubicic si preoccupa di Vecino in un secondo momento, quando l’uruguaiano si sgancia in proiezione offensiva. Se da una parte Borja, con qualità tecnica e continuo movimento, tocca comunque numerosissimi palloni in fase di costruzione, dall’altra non si riescono a sfruttare le qualità di Radja - in primis - tra le linee (intasate). Anche Lautaro, impegnato in un costante svariare lungo il fronte offensivo, in profondità come in appoggio ai compagni, non trova la giocata pulita. Ma viene premiato dall’episodio del rigore, dove si dimostra scaltro nel guadagnarlo e freddo nel trasformarlo. Nel finale di primo tempo, con il Rapid ‘costretto’ ad affacciarsi nella trequarti ospite, entrano in gioco con decisione e successo Miranda e De Vrij, fino a quel momento impegnati solamente in impostazione e sui rinvii dal fondo del portiere austriaco. Corta, compatta e superiore, l'Inter gioca e recupera facilmente un gran numero di palloni, ma non trova grandissime occasioni.
SECONDO TEMPO - Sulla scia degli ultimi istanti della prima frazione, per reagire al gol dello svantaggio, i padroni di casa entrano in campo nella ripresa con un atteggiamento più propositivo. Baricentro più alto, sia nella fase di possesso - con terzini e mediani che accompagnano l’azione - che in quella di non possesso. E l’ingresso al 53’ dell’attaccante Shobesberger al posto Thurnwald, e il conseguente spostamento di Berisha sulla trequarti, aggiunge sostanza e imprevedibilità alle ‘nuove’ intenzioni biancoverdi. L’Inter rimane corta e compatta e, superata la propria linea mediana, trova in De Vrij l’uomo giusto al posto giusto, capace di unire nelle chiusure tempismo, forza fisica ed eleganza. Il centrale olandese recupera e costruisce, appoggiandosi nel breve a Borja Valero che, seppur meno libero di agire, continua a rappresentare la principale opzione di scarico per i compagni. Lo sviluppo della manovra nerazzurra, però, si perde in trame lente e troppo spesso orizzontali, dando la possibilità ai giocatori del Rapid di ripiegare e coprire gli spazi apparentemente concessi agli ospiti. Perisic e Politano, a cavallo dell’ora di gioco, si scambiano di posizione, senza tuttavia - soprattutto l’italiano - riuscire ad incidere. L’ex Knasmuellner, subentrato a Grahovac, si posiziona alle spalle di Shobesberger (con Berisha stabilmente a destra e il capitano Schwab in mezzo al campo). Aggressività e ritmi più alti, uniti a maggior presenza tra le linee, aprono alle prime difficoltà nerazzurre. Qualche sconfitta nei duelli in mezzo al campo e sugli esterni, dove Cedric soffre nell’1vs1 contro Ivan, aumenta la spinta emotiva dei padroni di casa, all’interno di una fase di gara poco giocata, e con il passare dei minuti anche meno tattica. Il merito degli uomini di Spalletti è rimanere ordinati, mentalmente e fisicamente in gestione della partita. Perisic l’arma a campo aperto, Lautaro e Nainggolan punti di riferimento ‘combattivi’ nei tentativi di tenere palla in zona offensiva. Candreva entra per Politano, e pochi minuti dopo prende il posto del belga tra le linee (con Cedric esterno avanzato e l'ultimo entrato D’Ambrosio terzino). Nel Rapid, Murg sostituisce Berisha. Il match ha poco altro da dire, la Beneamata vince in trasferta la gara di andata dei sedicesimi di Europa League. Al termine di una partita diventata difficile, in un periodo difficile. Non una grande prestazione, ma una sufficiente gestione.
Autore: Christopher Nasso / Twitter: @ChrisNasso91
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