Intervistato dal Corriere dello Sport, Gian Paolo Montali, ex allenatore di pallavolo ed ex  dirigente di Juventus e Roma, ha parlato del momento di crisi del calcio italiano e dell'eventuale ricetta per uscirne. 

Quale delle ipotesi avanzate dalla Federcalcio per concludere la stagione la convince di più?
"Come dicevo, servono un piano A, un B e un C. L’ultima cosa da tentare in questa situazione è fare scelte di parte, calcoli per favorire questo o quest’altro. Bisogna aspettare che le persone colpite dal Coronavirus diminuiscano in misura significativa. Non sappiamo quando avverrà. Quindi la scelta migliore sarà quella coerente con i tempi a disposizione". 
 
Supponiamo che non ci sia la possibilità di recuperare tutte le giornate perse e si opti per i playoff. 
"Sì, ma playoff con chi? Dipende da quanto vuoi farli durare. Io direi formula classica a otto, la prima contro l’ottava, la seconda contro la settima e via a scalare. Se stai più stretto, diciamo che se li giocano le prime quattro". 
 
Il calcio è pronto per tutta quest’abbondanza di novità? 
"Certo, dovrebbe cambiare molto nel lavoro degli allenatori e nella testa dei giocatori. La regular season premia il lavoro a medio e lungo termine, per i playoff occorre un approccio completamente diverso. E poi l’aspetto psicologico diventa fondamentale: l’atteggiamento e i comportamenti sono determinanti in un confronto così breve". 
 
Quindi a chi potrebbe piacere questa soluzione? 
"Alle squadre che giocano le coppe europee, già abituate a competizioni del genere. Sarebbe un punto a favore della formula al meglio delle tre partite, che introdurrebbe un elemento di diversità in più. Ma tutto dipende dal tempo che avrai a disposizione per i playoff. Di solito l’incontro più imprevedibile in una formula di campionato così è quello tra la quarta e la quinta". 
 
Chi sono gli uomini da playoff della Serie A? 
"Dybala perché è bene disputare quelle partite con un po’ di spensieratezza e perché il ragazzo mi ricorda Vladimir Grbic, il serbo che mi ha fatto vincere lo scudetto a Roma: genio puro. Eriksen che accosto a Lollo Bernardi, peraltro tifoso dell’Inter. E anche Dzeko, vicino ad Andrea Gardini per leadership e determinazione". 
 
I playoff per assegnare lo scudetto segnerebbero una svolta culturale. 
"Un’opportunità nata da un’emergenza. Ciò di cui bisogna aver paura non è la novità bensì l’impossibilità di rinnovarsi. Cambiare completamente il modello è qualcosa che bisogna avere la forza e il coraggio di fare".

Sezione: Rassegna / Data: Mer 11 marzo 2020 alle 10:30 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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