Il calcio europeo e l’Italia, per la prima volta, abbandonano il rosso di bilancio. Nel 2017 - rileva la Gazzetta dello Sport - c’è stato un sorprendente segno più, segno che il sistema non è mai stato così sano dal punto di vista finanziario: l’attivo continentale è di 600 milioni, quello italiano supera 85 milioni dopo decenni di deficit quasi strutturali. "Tutto questo grazie al fair play finanziario — sottolinea il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin —. Nel 2011 c’era una perdita di 1,7 miliardi. Ecco la dimostrazione che il sistema di licenze funziona: abbiamo offerto ai club la piattaforma per controllare i costi e pagare i debiti".

L’analisi Uefa riguarda tutte le prime divisioni europee. Il dato inequivocabile - si legge sulla rosea - è la crescita continua di un’industria che non conosce la parola crisi: nel 1996 le massime serie continentali fatturavano complessivamente 2,8 miliardi di euro, ventun’anni dopo la cifra è schizzata a 20,1. Un trend costante, senza mai decrescita, ma anche preoccupante. Perché all’aumento dei ricavi corrispondeva una progressione superiore delle spese, con sbilanci da crac annunciato: 600 milioni nel 2008, 1,2 miliardi nel 2009 e, il massimo, 1,7 miliardi nel 2011. Lo stesso anno in cui è entrato in vigore il FFP voluto da Michel Platini e disegnato da Gianni Infantino e Andrea Traverso, oggi il responsabile Uefa.

 5 CAMPIONATI TOP - Dei 20 e passa miliardi di fatturato, circa 15 appartengono ai 5 campionati top. Su tutti la Premier League inglese che, nel 2017, ha avuto ricavi per 5,34 miliardi, grazie all’aumento spaventoso dei diritti tv (e sarebbero stati di più senza la sterlina svalutata del 12%). Seguono Spagna (2,89) e Germania (2,80). L’Italia è stabilmente quarta con quasi 2,2 miliardi: se nel ranking Uefa il sorpasso alla Germania è riuscito, in quello finanziario ancora no. La Francia è alle spalle (1,64). Ora però dobbiamo moltiplicare i ricavi: la tv conta troppo per noi, il 49%, siamo così dipendenti che crolleremmo se i broadcast dovessero fare tagli pesanti (per l’Inghilterra le tv sono il 54%, ma dopo un contratto monstre). Pochi ricavi dal commerciale (24%), ancora meno dal botteghino (10%): servono nuove strategie di marketing e stadi invitanti.

ITALIA: +85 MILIONI - Nella classifica degli utili l’Italia è al terzo posto con un +3,7% (circa 85 milioni). Dal 2010 al 2016 la Serie A aveva registrato perdite molto superiori alle entrate, tra il 10 e il 20%: nel 2016 il deficit era stato 200 milioni. Questa è una prima storica. È scesa anche l’incidenza dei salari sui ricavi, il 66%: c’è stato un freno ai costi. Mentre il mercato non si ferma mai, con una spesa di 1,2 miliardi nel 2018, l’anno di Cristiano Ronaldo: il deficit delle trattative della finestra estiva è stato di 306 milioni, soltanto l’Inghilterra ha fatto peggio, -481, ma con ben altre entrate complessive. 

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Sezione: Rassegna / Data: Lun 10 settembre 2018 alle 09:10
Autore: Mattia Zangari / Twitter: @mattia_zangari
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